Dubbi e incertezze post Ferragosto per molti lavoratori dell’Alto Garda
Finita la pausa ferragostana, per molti dipendenti delle industrie locali si torna al lavoro con molte incertezze sul futuro occupazionale. La pandemia legata alla diffusione del virus della Sars Cov-2 lascia poche certezze e molte incertezze, tutto legato ad un sottilissimo filo che, quotidianamente, ci pone davanti alle risposte che tutti sperano i medici ci diano: c’è il vaccino, si riparte. Aquafil è costretta ad una nuova cassa integrazione per nove settimane, con sospensione o riduzione dei turni di lavoro per i quasi 500 dipendenti dei suoi stabilimenti. Giusta preoccupazione dei sindacati, ovviamente che per bocca di Alan Tancredi sono quasi obbligati ad un “c’era da aspettarselo.” E così le incertezze sul futuro occupazionale accrescono i dubbi e pongono molti interrogativi sul futuro prossimo, con la domanda del prodotto in continuo calo che giocoforza obbliga a questa soluzione. Si lavorerà di meno anche alle Cartiere del Garda, costrette dal virus ad interrompere anche la produzione com’è già accaduto nel recente passato, ma il fronte non è certo limpido e lo sguardo si blocca sulle nubi che si addensano fitte all’orizzonte. D’altronde si è spesso detto che è in autunno che si vedranno gli effetti “veri” del blocco dovuto alla pandemia. In Arcese, il colosso mondiale del trasporto e della logistica la cassa integrazione termina lunedì 31 agosto, con la speranza di non dover ricorrere più agli ammortizzatori sociali. Siamo nel momento in cui si prepara il piano economico 2021, e il primo ostacolo con cui fare i conti è proprio questo, come risollevarsi dopo la batosta della pandemia. Lavoro da casa per alcuni impiegati, certo, ma se mancano le commesse è chiaro che non va bene e che gli interrogativi sul futuro aumenteranno.