Un gene mutato è il segreto della proteina che protegge gli abitanti di Limone

Claudio Chiarani14/02/20212min
limone sul garda


Dell’Apolipoproteina che scorre nel sangue degli abitanti di Limone sono quarant’anni che se ne parla e che si studia. Una proteina che protegge dall’infarto e previene la formazione del colesterolo, il principale “imputato” dalla scienza medica quando le vene si occludono proprio a causa della sua formazione. Ebbene, oggi sembra che nuove scoperte scientifiche portino nuovamente alla ribalta la proteina limonese A-1 (esattamente viene definita Apolipoproteina A 1 Milano gene Limone) dal professor Cesare Sirtori, un decano delle ricerche che sta “indagando” da anni sui fortunati portatori del gene, un paio d’anni fa una quarantina in tutto. Grazie a delle nuove scoperte scientifiche, trattate nel suo libro che parla della sua vita e delle sue ricerche (L’inventore di molecole, Cairo Editore) recentemente presentato, il professor Sirtori riporta nuovamente l’attenzione sulla famosa proteina che ha ottenuto l’attenzione del Cnr, il Consiglio Nazionale delle Ricerche che ha finanziato uno studio sul “fenomeno”.
Un’anomalia genetica grazie alla quale il sangue viene “privato” del colesterolo, favorendo lo scorrere libero nelle arterie prevenendo malattie cardiovascolari e infarto. Il professor Sirtori scoprì la proteina a metà degli anni ’70 nel sangue degli abitanti di Limone sul Garda, i quali avevano evoluto una forma mutata del gene “responsabile” della produzione dell’Apo A-1, proteina che esiste in natura ma non nella forma mutata che si presenta negli abitanti di Limone. L’origine di questa mutazione risale al 1870, quando in un residente, tale Giovanni Pomaroli presentò una resistenza agli effetti dannosi del colesterolo e dei trigliceridi presenti nel suo sangue. La proteina A1 Milano gene limone è un fortissimo fattore protettivo per l’organismo umano, aumentando l’aspettativa di vita dei portatori di questa mutazione. Chissà che grazie ai nuovi studi la scienza e la medicina non possano produrla sinteticamente per la somministrazione umana. Case farmaceutiche permettendo, ovviamente.

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