Ufficio tecnico del Comune di Arco, pensionamenti in vista e scarso turnover
Una serie di pensionamenti rischia di mettere in difficoltà l’attività dei prossimi mesi dell’ufficio tecnico del Comune di Arco. Se nel giro di un anno o poco più dovranno decidere cosa fare la dirigente dell’area tecnica, Bianca Maria Simoncelli, e il segretario generale, Rolando Mora, di certo c’è che entro la fine del mese a salutare definitivamente i suoi colleghi sarà Tiziana Mancabelli, responsabile del Servizio di Edilizia Privata e Urbanistica dell’area tecnica, un ruolo di grande importanza per l’espletamento delle pratiche burocratiche che riguardano le abitazioni dei privati cittadini. Il Comune non si farà trovare impreparato, visto che ha già provveduto a svolgere i concorsi in base ai quali procedere alla sostituzione: tuttavia, per quanto capaci e preparati possano essere i sostituti, a mancare sarà quel patrimonio di esperienza che in un settore come quello è risorsa importantissima e impagabile. La Mancabelli ha lavorato in quel settore per oltre un trentennio, diventando, come ha riconosciuto lo stesso sindaco Alessandro Betta, «una vera colonna portante. Tiziana ha operato sempre sotto pressione, ispirandosi comunque ai principi di riferimento del suo lavoro. L’edilizia privata è una materia che provoca una certa litigiosità da parte dell’utenza, che quando si parla del suo è convinta di avere sempre ragione; per questo è più facile da parte di qualcuno speculare: nessun altro settore dell’amministrazione è oggetto di un’attenzione così forte, ragion per cui bisogna essere dotati di grande padronanza, come lo è stata lei in tutti questi anni». A ciò va aggiunto un problema cronico a tutti gli uffici dei comuni del territorio, ovvero il fatto di essere costituiti da un numero poco elevato di dipendenti, caratteristica che impedisce eventuali turn over, utili perché si possano impadronire di competenze ulteriori e più ampie, necessari nei casi in cui si rendesse indispensabile spostare qualcuno da un ufficio ad un altro. Il comune unico risolverebbe anche questo problema, come sostiene da anni il sindaco Betta, e permetterebbe a tutti i dipendenti comunali di lavorare con minor pressione, specie coloro che per il ruolo che si sono ritagliati hanno finito per esporsi molto più di altri. Ma per raggiungere un obiettivo così ambizioso serve la disponibilità di tutti gli eventuali contraenti, disponibilità che al momento, come si evince dai rapporti non certamente idilliaci esistenti fra i rappresentanti delle due amministrazioni più grandi, non c’è.