Riserva naturale Val Gola a Riva del Garda, vietata la balneazione
La riserva naturale comunale di Val Gola, istituita per salvaguardare fauna lacustre, specie ittiche, avifauna e flora, gode ormai da qualche giorno di maggiore protezione. L’amministrazione municipale di Riva del Garda ha provveduto a instaurare un divieto di accesso pedonale alla spiaggia della riserva. Grazie al lavoro del consigliere delegato all’ambiente del comune di Riva, Franco Gatti, l’amministrazione municipale è riuscita a mettere il divieto di accesso necessario per garantire la tutela della zona.
Il pescatore professionista e membro degli Amici della Tirlindana, Alberto Rania, ha commentato che da dieci si attendeva un regolamento scritto e la spiaggia era usata spesso da campeggiatori e surfisti. Istituita nel 2010 e gestita dall’associazione Tirlindana, la zona è una delle pochissime aree protette lungo le sponde del Garda, forse l’unica. Si estende sulla costa tra Riva e Limone, per 420 metri di litorale, 15.000 metri quadrati di lago interdetti a navigazione e bagnanti, 25.000 complessivi destinati a riserva. È un habitat di pregio per la fauna acquatica e avicola e per la flora tipica benacense. Un’oasi che deve essere salvaguardata da turisti e sportivi che d’estate campeggiano sulle rive.
E proprio nell’area naturalistica è stato avviato da un paio d’anni uno dei progetti più delicati e importanti, quello che riguarda l’allevamento sperimentale di alborelle, specie in via di estinzione, e cavedani, per il ripopolamento nelle acque del Garda. L’Unione pescatori del Garda, che è capofila del progetto e riunisce 13 associazioni locali inclusi gli Amici della Tirlindana, ha coordinato gli sforzi di centinaia di volontari per seminare milioni di avannotti in siti protetti a Riva, Malcesine, Brenzone, Garda, Lazise, Bardolino e Peschiera. A Riva la Tirlindana ha individuato la riserva naturale Val Gola. Infine l’ecologista e sindaco di Riva, Paolo Matteotti ha sottolineato che la situazione era complicata dal fatto che le istituzioni di riferimento erano sia la Provincia sia i Bacini montani e Franco Gatti si è speso per portare a termine l’operazione. Ed è davvero importante perché il bagnasciuga, zona di riproduzione dei pesci, è così posto sotto tutela, visto che d’ora in poi la polizia locale può intervenire e chiedere a chi occupa la spiaggia di spostarsi altrove e semmai anche sanzionare fino a 300 Euro di multa.