Michele Ferrari nuovo presidente di Cartiere del Garda. Alle Fedrigoni torna il ciclo continuo

Claudio Chiarani19/02/20212min
20190629IMG_7617 RIVA CARTIERA DEL GARDA


Michele Ferrari, laureato in economia politica all’Università di Trento è il nuovo consigliere e presidente del Consiglio di Amministrazione delle Cartiere del Garda. Già al suo interno col ruolo di direttore finanziario, trentino, subentra ad Andrea Minguzzi che ha rassegnato le dimissioni dalle cariche che ricopriva all’interno del gruppo. Minguzzi, il quale era a sua volta subentrato a Giovanni Lo Presti, ha motivato le dimissioni nell’ambito di un avvicendamento organizzativo delle Cartiere del Garda che fanno capo al gruppo Lecta. Ferrari è stato analista finanziario in Tecnofin (dal novembre 1993 al marzo 1999), la società nata nel 1985 e confluita quasi del tutto nel 2013 in Cassa del Trentino. Nel 1° gennaio del 2016 Tecnofin con quattro voti a favore e due astensioni si fondeva, di fatto, in Trentino Sviluppo, strategia di razionalizzazione allora promossa dall’ex governatore del Trentino Ugo Rossi. Tornando alle Cartiere del Garda, il nuovo presidente ha ricoperto il ruolo di direttore generale economico e finanziario, carica avuta nel maggio del 2012 nel gruppo Lecta in Spagna, e da oggi va anche a ricoprire in contemporanea quello di presidente di Alto Garda Power, ossia la società che fu creata per la gestione della centrale di cogenerazione ubicata a nord dello stabilimento cartario. Le Cartiere del Garda, dunque, proprio nel momento della crisi internazionale che sta piegando il mondo a causa del virus della Sars Cov 2 tornano con un nuovo Management, segno che quando c’è una crisi è il momento di voltare pagina e investire. Sul fronte dell’altro importante stabilimento cartaio del Garda trentino, infine, ossia il gruppo Fedrigoni, nuovi ordinativi per le sue “carte speciali” arrivano a infondere nuova linfa vitale per l’occupazione e dare un segnale incoraggiante per il futuro tanto da tornare alla produzione a ciclo continuo. Per i prossimi due mesi, ossia marzo e aprile, segnale “incoraggiante” dicevamo per dare quella spinta che serve ad un ritorno alla “normalità”.

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