L’ex assessore Cattoi: “Arco torni ad essere città di cura e salute”

Torna d’attualità il tema del rilancio di Villa Angerer e, più in generale, del futuro di Arco come città della salute, erede di una vocazione che affonda le radici nei tempi del Kurort.
Dopo il dibattito aperto dal professor Parisi e la risposta della sindaca Arianna Fiorio, pubblicato da La busa online, arriva ora l’intervento di Nicola Cattoi, ingegnere libero professionista, laureato in ingegneria per l’ambiente e il territorio ed ex assessore all’ambiente del Comune di Arco, che ha inviato una nota alla redazione de La Busa online per rilanciare la questione in chiave costruttiva e concreta.
“Arco ha già perso un’occasione, non deve accadere di nuovo”
Cattoi parte da un dato di fatto: in questi giorni si è tornati a parlare del professor Luigi Fontana, luminare della medicina preventiva e della longevità, e del suo possibile coinvolgimento in un progetto sanitario e universitario in Trentino.
«È una notizia che fa piacere – scrive – ma che allo stesso tempo riporta alla mente un’occasione che Arco ha già lasciato sfuggire in passato.»
Qualche anno fa, infatti, si era aperta una concreta possibilità di accogliere ad Arco il progetto del professor Fontana, con l’idea di realizzare una struttura dedicata alla ricerca e alla salute a Villa Angerer.
Un’iniziativa che, secondo Cattoi, avrebbe potuto restituire al compendio la sua vocazione naturale e offrire alla città “una prospettiva di sviluppo di grande valore”.
«Purtroppo – ricorda – quella strada non fu percorsa e l’occasione si è persa.»
“Un treno che non passa due volte”
Con tono deciso ma costruttivo, l’ex assessore invita l’amministrazione comunale a non ripetere lo stesso errore:
“Sappiamo che quando si perde un treno di questo tipo, difficilmente ne passa un altro. Proprio per questo ritengo che l’interesse rinnovato del professor Fontana debba essere considerato una priorità per tutta la comunità arcense.”
Per Cattoi è il momento di agire, di chiedere con convinzione che Arco possa tornare al centro di un progetto che unisce salute, ricerca e territorio.
Un progetto che non solo valorizzerebbe Villa Angerer, ma rafforzerebbe l’identità di Arco come città di cura e benessere, riconosciuta e apprezzata fin dall’Ottocento.
“Sarebbe un paradosso veder nascere altrove ciò che doveva essere di Arco”
L’ingegnere sottolinea anche il rischio di vedere realizzata altrove un’iniziativa che, per storia e vocazione, appartiene naturalmente alla città:
“Sarebbe un vero paradosso vedere nascere in un’altra parte del Trentino un’iniziativa che aveva trovato in Arco la sua sede naturale. Dopo aver avuto la possibilità concreta di ospitare quella clinica, vederla realizzata altrove sarebbe una beffa che la nostra città non merita.”
Arco, tra memoria e futuro
Il ragionamento si chiude con un appello a guardare avanti, senza dimenticare le radici.
“Arco ha una storia legata alla cura e al benessere che non può essere dimenticata. Oggi si presenta una nuova opportunità per ridare valore a quella tradizione e per guardare avanti.”
Cattoi invita la sindaca Arianna Fiorio e l’amministrazione comunale a impegnarsi con determinazione per favorire la concretizzazione del progetto del professor Fontana proprio ad Arco, “dove tutto era cominciato”.
“Arco non può permettersi di perderla un’altra volta”
Il messaggio finale è tanto semplice quanto forte:
“Le occasioni come questa non tornano facilmente. Arco non può permettersi di perderla un’altra volta.”
Parole che si inseriscono perfettamente nel dibattito in corso, riportando il tema della “Arco città di cura e soggiorno” al suo significato più profondo: quello di una identità storica e territoriale che chiede di essere rinnovata con coraggio, visione e scelte concrete.
Nicola Filippi










