Indagini sui decessi da coronavirus: i Carabinieri dei Nas nelle Rsa del Trentino
Annunciate giorni fa, da martedì 12 maggio i Carabinieri del N.a.s. di Trento e Padova hanno iniziato le visite nelle residenze assistenziali del Trentino dove ci sono stati decessi dovuti al Coronavirus. Tredici su 26 le strutture visitate ieri tra cui, nell’Alto Garda, quella di Dro “Molino”, la “Città di Riva”, “Giacomo Cis” di Bezzecca a Ledro e “Fondazione Comunità” di Arco”. Le ispezioni dei Carabinieri, coadiuvati dai colleghi del nucleo di polizia giudiziaria della Procura di Trento e dei Ros (il Raggruppamento Operativo Speciale sempre dei Carabinieri), sono iniziate alle nove del mattino e proseguite fino a tarda sera.
In ulteriore supporto sono stati mobilitati gli uomini delle stazioni dei territori interessati. 49 i decessi in Fondazione, 16 quelli a Dro, 18 a Riva e 27 quelli a Ledro che sono “oggetto” dell’indagine in corso volta a dimostrare cosa sia accaduto e perché, se non siano state messe in atto tutte le precauzioni possibili onde evitare il contagio all’interno delle stesse. La documentazione chiesta riguarda i dati della mortalità degli anni precedenti all’interno delle Residenze assistenziali, dati che serviranno di raffronto con quanto accaduto in questi mesi d’emergenza sanitaria Covid-19 ai fini delle valutazioni finali. Inoltre si prenderanno in esame le procedure impiegate, le cartelle cliniche degli ospiti, le modalità di somministrazione dei pasti e le procedure di sanificazione eventualmente utilizzate. Si partirà dall’episodio “zero” per arrivare fino in fondo. Un’indagine difficile e complicata ma volta a capire perché e come i focolai si sono attivati causando così tanti lutti, 298 in totale dall’1 al 23 aprile scorso. Dati in via di continuo aggiornamento. Per Francesca Parolari tuttavia, presidente dell’Upipa (Unione Provinciale Istituzioni Per l’Assistenza) “Meglio di così non si poteva fare, con ciascuna delle strutture trentine che ha affrontato l’emergenza al massimo delle sue possibilità, facendo addirittura da “cavia” per fronteggiare l’epidemia in giorni di assoluta criticità”. La presidente ha inoltre affermato che sì, è vero che ci sono stati molti morti ma in misura inferiore rispetto ad altre zone d’Italia e che la pericolosità del virus che sarebbe entrato nelle Rsa è stata immediatamente segnalata al fine della prevenzione sia dei dipendenti sia degli ospiti.