Grazie a “Dream APS” l’inclusione sociale nasce fra i fornelli in cucina

Nicola Filippi10/05/20245min
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Per il “pranzo solidale” di sabato 11 maggio le iscrizioni sono state chiuse con settimane d’anticipo, rispetto alla scadenza naturale. Un successo pazzesco, cento posti andati letteralmente a ruba in poche ore, per un evento diffuso solo sui social network, ma che testimonia la bontà del progetto che sta alla base dell’evento. “Per prima cosa i cuochi sono eccezionali e stanno preparando un pranzo indimenticabile”, racconta Daniela Vassallo, Arcense Doc, vulcanico presidente della neonata associazione Dream APS. Il “pranzo solidale” si terrà sabato 11 maggio, al Soggiorno Alpino Meriz, a Lenzumo di Ledro. Sarà un evento incredibile, “speciale”, raccontano gli organizzatori, che raccoglierà tantissimi buongustai, genitori con figli “speciali” ma soprattutto non mancheranno rappresentanti politici, da tutto l’Alto Garda e Ledro e dalla Provincia, quelli più sensibili al tema dell’inclusione sociale.
Eh sì, perché quello di sabato 11 maggio non sarà solo un pranzo (si parte da 25 euro di offerta e l’intero ricavato sarà devoluto alle attività di cucina inclusiva dell’associazione Dream APS), con primo, secondo, dolce, acqua vino e caffè, ma sarà un momento di apertura e riflessione su un tema quanto mai attuale. “L’inclusione è il nostro sogno… il nostro talento è risorsa preziosa per una società migliore!” è lo slogan adottato dalla nuova associazione no profit, Dream APS, nata lo scorso dicembre, ad Arco, per aiutare i ragazzi più deboli, con varie disabilità e problematiche, a inserirsi nel mondo del lavoro.
Ma cosa c’è di diverso nell’associazione Dream? Lo spiega a “La Busa” la presidente, Daniela Vassallo. “Noi adottiamo un nuovo approccio per creare relazioni forti: mettere le mani in pasta, liberando fantasia e abilità fra i fornelli della cucina dei nostri ragazzi, che sono tutti speciali e fantastici”. L’associazione Dream “aiuta ragazzi affetti dalla sindrome di Down, Asperger, autistici con la passione per la cucina – spiega ancora Daniela Vassallo – noi coinvolgiamo i ragazzi che hanno questa passione, quella di cucinare, di stare in mezzo ai fornelli. Io provenivo da un’altra associazione e mi sono accorta che molti di loro erano naturalmente portati per lavorare in cucina”. La cucina è un luogo “magico”, è il nostro vecchio focolare: “Unisce questi ragazzi sia prima, nella lavorazione dei cibi, ma anche nel dopo, nel mangiare – racconta la presidente di Dream APS – lo stare insieme è un ottimo sistema per creare relazioni forti con questi ragazzi e, per noi genitori, poter essere educatori. Noi genitori vogliamo fare le cose insieme e non per loro, cerchiamo di essere un gruppo di amici, una brigata alla pari, in modo che loro non sentano queste differenze, fra adulto/educatore e il volontario”.
Inclusione è la parola magica che permea il progetto Dream APS: “La cucina dei ristoranti, degli alberghi è un ambiente molto bello e coinvolgente, ma sappiamo tutti che è molto frenetico – illustra ancora Vassallo – i nostri ragazzi sono molto delicati dal punto di vista emotivo, hanno bisogno di un clima protetto, sereno, giocoso. Quello che facciamo noi è divertirci cucinando”.
Con questo “pranzo solidale, abbiamo voluto sfidarci, preparando cibo per quasi cento persone, un pranzo tipicamente trentino, canederli rivisitati, spezzatino, tutto nell’ottica della cucina del territorio – spiega ancora Vassallo – I ragazzi la mattina saranno lì a preparare 300 canederli, pelare patate, preparare le tavolate. Non mancherà nulla”.
Il vostro obiettivo? “Lanciare un messaggio sul territorio, per i ragazzi della Busa – risponde la presidente di Dream APS – la nostra realtà vuole integrare a livello della cucina questi ragazzi che si stanno impegnando ad arrivare ad un certo livello per poter poi entrare nel mondo del lavoro. Il Comune di Arco ci ha promesso in uso una sede, in via Caduti di Cefalonia, l’ex mensa di proprietà dell’Itea, dove noi vorremmo creare un laboratorio permanente per sviluppare la loro manualità. Purtroppo la burocrazia è lenta, sono mesi che stiamo aspettando per entrare all’interno, ma siamo fiduciosi”.
Incrociamo quindi le dita per Dream APS, perché la nostra comunità ha bisogno sia di persone entusiaste come Daniela Vassallo e tutta la sua “brigata”, ma anche del sostegno, con atti concreti, e della grande sensibilità dell’ente pubblico, sia esso comunale sia esso provinciale.

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