GAVAZZO DI TENNO, UN “RISCHIO FRANA” DA MONITORARE

In Italia, Paese ad alto rischio idrogeologico ben risaputo, monitorare le frane conosciute è opera di prevenzione assolutamente primaria. È sotto gli occhi di tutti quasi quotidianamente, infatti, come basti poco per far cedere strade, smuovere colline, cadere ponti o altro nel nostro paese. Da noi la frana nota come “Gavazzo – Mazzano” è nota e tenuta sotto controllo da anni. Anni nei quali la frana è stata ferma, va detto. Però non si deve abbassare la soglia d’attenzione per questo, ecco dunque che per quella in oggetto e che interessa porzioni di territorio comunale tennese e rivano (tra Varone e Cologna) l’attenzione è massima. Anzi, sarà “innalzata” al fine di essere pronti in caso il movimento franoso dovesse tornare a muoversi. Muoversi come negli anni ’20, quando crollò una casa in zona e il Genio militare costruì nuove abitazioni per gli sfollati in zona Gavazzo Nuova, quella che tutti conoscono oggi. Movimenti di pochi millimetri, ma sufficienti a far sì che la frana sia tenuta sotto osservazione, sempre, con opere realizzate dai due Comuni volte a fermarla. Si costruirono pozzi artesiani per intercettare l’acqua di falda che vi scorre sotto, facendola confluire nella rete delle acque bianche, soluzione che risolse il problema legato al movimento del terreno. Il consorzio formatosi per l’occasione venne poi sciolto, ma i monitoraggi continuano in separata sede tra i due Comuni e il Servizio geologico provinciale che proprio nelle prossime settimane attiverà un servizio di monitoraggio in zona piazzando dei tasselli in acciaio controllati da una stazione a valle otticamente. Tecnologia moderna in grado di segnalare anche il più piccolo movimento dovesse esserci. Prevenzione, insomma, perché come dice il motto “prevenire è sempre meglio che curare”, e anche la natura in questo senso va prevenuta prima che si passi agli interventi del “dopo”.