Galleria Civica autonoma: “Incassi quadruplicati, motore economico per Arco”

Negli ultimi tre anni la Galleria Civica “G. Segantini” di Arco ha vissuto una trasformazione significativa, grazie al ritorno alla gestione diretta da parte del Comune di Arco. Questa scelta ha permesso di valorizzare il patrimonio artistico locale e di elevare il profilo culturale della città.
Ospitata nel seicentesco Palazzo dei Panni, la Galleria è dedicata al celebre pittore divisionista Giovanni Segantini, nato ad Arco nel 1858. Le esposizioni sono state arricchite da un attento lavoro di curatela, con l’obiettivo di creare un polo scientifico d’eccellenza capace di dialogare con le maggiori istituzioni museali nazionali e internazionali. L’allestimento attuale include una sezione interattiva che pone la città natale dell’artista al centro di una rete di ricerca e relazioni con le principali istituzioni che conservano opere di Segantini e con i suoi studiosi.
Un momento di particolare rilievo è stato l’acquisto del dipinto “Sole d’autunno” di Segantini, noto anche come “Vacca bianca all’abbeveratoio”. Quest’opera, un grande olio su tela di 90×192 cm realizzato nel 1887, è stata acquisita dal Comune di Arco per 3 milioni di euro. L’acquisizione ha suscitato dibattiti in consiglio comunale riguardo all’entità dell’investimento, ma l’amministrazione ha difeso la scelta sottolineando l’importanza culturale e il potenziale ritorno economico derivante dall’incremento del turismo culturale.
I risultati non si sono fatti attendere: negli ultimi tre anni, gli incassi della Galleria sono quadruplicati, dimostrando la validità dell’investimento. “Sotto la direzione di Giancarla Tognoni, la curatela di Niccolò d’Agati e il lavoro di uno staff straordinario – scrive in un post l’assessore alla cultura di Arco – il museo non solo valorizza l’arte di uno dei nostri più illustri concittadini, vero ambasciatore di Arco riconosciuto a livello globale, ma genera opportunità di lavoro per i cittadini e le cittadine di tutta la Busa, come possono dimostrare curatori, conservatori, formatori, custodi, artigiani che hanno intrecciato relazioni con quest’importante istituzione”.