Catastrofe di Mattmark: la Renga a lutto a Riva del Garda ricorda anche Gino Furletti
Il 30 agosto 1965 a Mattmark, in Svizzera, una enorme valanga colpì il cantiere della costruenda diga uccidendo 88 persone, di cui 56 italiani tra i quali un rivano: Gino Furletti. A 55 anni da quella terribile tragedia, che ha segnato la storia della nostra emigrazione, Riva del Garda ha partecipato ad un momento ufficiale di commemorazione che ha unito tutti i Comuni d’Italia colpiti. Non potendo organizzare cerimonie in loco, causa l’emergenza sanitaria, si è stabilito che domenica 30 agosto alle ore 17.15, ora in cui avvenne la tragedia, le campane suonassero a lutto, tutte assieme. Tra queste, la Renga, la campana della torre civica Apponale.
Di Gino Furletti, nativo di Riva del Garda, vivono in città la cognata e due nipoti, mentre il fratello è deceduto.
Il fatto: erano circa le 17.15 del 30 agosto 1965, quando un’enorme massa di ghiaccio e roccia si staccò all’improvviso dal ghiacciaio Allalin, franando rovinosamente sulle sottostanti baracche del cantiere allestito per la costruzione della diga di Mattmark. «I morti sono quasi cento – riportarono il giorno successivo i principali quotidiani svizzeri e italiani – I soccorritori scavano minacciati dal pericolo di nuove valanghe, ma non c’è più nessuna speranza». Sono passati ormai cinquantacinque anni da quella sciagura che nelle fredde montagne del Vallese troncò la vita di 88 lavoratori e sconvolse quella di centinaia di loro familiari, colleghi e amici, costretti a convivere con il dolore e la sofferenza che una perdita così insensata e tragica. Da questo punto di vista, è importante il monito di Mario Rigoni Stern: «La memoria è necessaria, dobbiamo ricordare perché le cose che si dimenticano possono ritornare – scriveva – perché Mattmark, che come tante altre tragedie del lavoro ci pone ancora di fronte, in maniera così netta, a tanti interrogativi, non va dimenticato”.