“Zio Spirito”, quattro giovani nel nuovo negozio in centro ad Arco

Gianluca Ricci05/10/20213min
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Si chiama “Zio spirito” ed è il primo experience drink shop di tutto il Trentino. L’apertura di un nuovo negozio è sempre un bel segnale, soprattutto di questi tempi, durante i quali sono state più le attività in sofferenza di quelle in salute. Se poi a gestirlo saranno quattro giovani locali, il segnale si fa ancora più incoraggiante, visto che l’imprenditoria locale necessita di un cambio della guardia che stenta generalmente a partire. Il negozio venderà birre, vini e superalcolici di nicchia, introvabili altrove, tutti prodotti di grandissimo appeal e di straordinaria qualità: ma non si limiterà a vendere soltanto. Nelle intenzioni dei quattro giovani c’è quella di trasformare l’assaggio di quei prodotti in una vera e propria esperienza di conoscenza: una volta rodati i meccanismi, i titolari si metteranno a disposizione degli avventori per istruirli sulla creazione di cocktail particolari utilizzando le mignon del negozio, illustreranno a chi vorrà conoscerle le storie e le tradizioni che stanno dietro a chi da anni lavora per realizzare le rarità esposte in vetrina, organizzeranno incontri con i produttori per consentire loro di “raccontare” il loro vino, la loro birra, il loro “spirit”, faranno toccare con mano le materie prime e i metodi di produzione. Non solo un negozio, dunque, ma un nuovo centro di aggregazione sociale: il comun denominatore saranno i prodotti di qualità messi in vendita, ma sarà possibile consumarli in loco con gli amici sbocconcellando alcuni fra i migliori formaggi o salumi locali e seguire le iniziative che i gestori metteranno in cantiere di qui a poco. Niente birrifici artigianali, il cui boom negli ultimi anni è stato tale da impedire una reale crescita qualitativa del prodotto, ma offerte mirate, come per esempio quelle dei birrifici familiari dell’alta Sassonia; niente vini dall’etichetta roboante, ma prodotti di vignaioli indipendenti, soprattutto trentini e sudtirolesi, dall’accurato lavoro in vigna; non solo grappe, ma soprattutto rum e whisky provenienti da ogni angolo del pianeta. Piacere sì, ma con competenza: ecco i confini del nuovo bere.

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