Nuova sede Circolo vela Arco: “Un capannone in fascia lago, attoniti per la Concessione urbanistica”

Redazione02/09/20245min
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Lo scatolone di cemento armato che ospiterà il nuovo Circolo Vela Arco, costruito in fascia lago sui terreni comunali gestiti da AMSA, portato agli onori della cronaca dall’interrogazione dell’ex vicesindaco Stefano Bresciani (Patt), a distanza di qualche giorno trova anche la reazione delle tredici associazioni ambientaliste che compongono il Coordinamento Ambiente Alto Garda e Ledro. In un lungo documento, attaccano l’amministrazione comunale di Arco che ha concesso al Circolo velico l’autorizzazione per la costruzione, e l’assemblea della Comunità di Valle che non ha ancora approvato “la “carta del paesaggio” e la “carta delle regole” che fissino prescrizioni inderogabili e cogenti per la preservazione del paesaggio altogardesano”.
“In passato il Comune di Arco – scrivono gli ambientalisti – pur non avendo un affaccio diretto al Lago di Garda, e preso da narcisistico campanilismo, ha voluto dotare il neonato circolo velico Arco di un bacino e di un sito per ospitare le attrezzature necessarie alla pratica di questo sport. Tutto ciò su un terreno di proprietà della controllata AMSA. Il Comune di Arco, nel voler rivaleggiare con Riva e Torbole per avere un proprio circolo velico, anziché ragionare in termini sovracomunali, fece allora un’evidente forzatura che portò ad un ingente consumo di suolo e nel contempo a produrre un grande danno paesaggistico alla visione del lago”.
“Non contenta di ciò l’amministrazione di Arco ha di recente concesso al circolo velico l’autorizzazione per la costruzione di un nuovo capannone di tipo industriale, realizzato su due piani, ove ricoverare imbarcazioni e attrezzature” scrive il Coordinamento, realizzando “un vero e proprio ecomostro in piena fascia lago! Costruito in quattro e quattr’otto utilizzando manufatti prefabbricati in cemento armato e realizzato anche grazie ad un assai generoso contributo provinciale. Si tratta di un danno ambientale e paesaggistico prodotto anche grazie ad un aiuto pubblico e su terreno pubblico”.
“Anche se pare accettabile l’esigenza del circolo velico di disporre di maggiori spazi, questa poteva essere soddisfatta progettando un edificio con tipologie costruttive più consone e un diverso impiego di materiali che maggiormente si adattassero al delicato contesto ambientale – spiegano – Pensiamo, inoltre, che un edificio costruito con denaro pubblico dovrebbe essere progettato con un maggiore riguardo per l’ambiente e con un altissimo livello di qualità architettonica. Sembra inoltre che AMSA, proprietaria dell’area, non abbia nemmeno sottoscritto la richiesta del permesso di costruire. Questo pone anche seri dubbi sulla legittimità del titolo abilitativo rilasciato”.
“Collocandosi la costruzione in area di protezione del lago, per i nuovi interventi edilizi è prescritto che vi sia il parere positivo al progetto da parte della Commissione di tutela del paesaggio della Comunità Alto Garda e Ledro – concludono – Ovviamente ci saremmo aspettati che la commissione, presieduta dal presidente della Comunità geometra Claudio Mimiola, vista l’inadeguatezza di una simile proposta architettonica, bocciasse drasticamente un progetto che produce un così grave sfregio paesaggistico. Si rimane invece attoniti e desolati nell’apprendere che la commissione lo abbia autorizzato e che, motivandone l’approvazione, pare abbia formulato la grottesca raccomandazione che, qualora in futuro il circolo velico disponesse delle risorse economiche necessarie, provveda a mitigare il suo impatto paesaggistico.
A questo punto a noi sembra legittimo dubitare della capacità della commissione di esercitare le funzioni di tutela del paesaggio che le competono. Già in passato le commissioni di tutela paesaggistica hanno espresso valutazioni positive relativamente a progetti che risultavano ben poco adatti al contesto urbanistico in cui si collocavano. Ma in questo ultimo caso si è passato veramente il limite!”

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