Mezzo secolo di Anffas ad Arco: “Servono più spazi”
Mezzo secolo di vita. Cinquant’anni durante i quali la vita di tante persone, da una parte e dall’altra si è “arricchita” e fatta grande grazie a familiari, educatori e assistenti che all’Anfass di Arco hanno lavorato, insegnato, messo da parte e a frutto ciò che è stato trasmesso loro.
È l’estate del 1972 quando due mamme di Arco, Amelia Zamboni e Gemma De Negri, gettano le basi per la fondazione del primo centro diurno Anffas dell’Alto Garda.
Anffas Trentino ha voluto ricordare questo importante anniversario con una giornata di festa all’Oratorio San Gabriele di Arco nella giornata di sabato 9 settembre. Alle 10.30 la Santa Messa celebrata dal Parroco, a cui hanno fatto seguito i discorsi. Quindi il pranzo, un pomeriggio musicale e di intrattenimento, esposizioni e alle 16.00 la conclusione della festa con il taglio della torta che ha celebrato l’importante traguardo.
È stata espressa da tutti la felicità nell’aver istruito e messo in grado più persone di rendersi più autonome, capaci di creare con le loro mani dal più semplice degli oggetti a dei lavori artigianali molto apprezzati grazie anche al progetto Per.la (percorso di formazione per l’inclusione sociale) per l’inserimento nel mondo del lavoro. Tra chi si occupa, da anni, di loro c’è Gianluca Carrara, ex pallavolista di talento che dedica professionalmente il suo impegno nel sociale delle persone che la società, spesso, vede come “estranei”.
Felicità espressa anche dal presidente provinciale di Anfass Luciano Enderle, il quale con Carrara, che è responsabile territoriale, e il direttore Paolo Girardi hanno ricevuto elogi da tutti i referenti territoriali (mancava solo Riva, ha fatto notare qualcuno dei presenti). Dalla sindaca di Drena Giovanna Chiarani al sindaco di Nago Torbole Gianni Morandi, dall’assessora in Comunità di Valle Tiziana Betta al primo cittadino di Arco Alessandro Betta, passando per gli interventi di Ginetta Santoni, assessora alla cultura in quel del Comune di Dro, presente anche col vicesindaco Michela Calzà, mentre per Drena è intervenuta anche l’assessora Gabriella Pedrotti.
Un plauso generale all’operato di Anfass espresso negli interventi di ciascun amministratore pubblico presente, citando progetti introdotti, esigenze familiari, sostegni necessari e risultati raggiunti grazie a quanto fatto. L’impegno di Anfass, realtà radicata e ben conosciuta, si occupa di cinquanta persone solamente nei centri diurni e residenziali alle Palme e in Fondazione, tuttavia, viste le esigenze di Fondazione Città di Arco in via Capitelli (servono spazi ha detto la direttrice Laura Pollini) necessità di chiarimenti al più presto. Operare senza spazi, ovviamente, non sarà possibile. Il silenzio, per ora, regna assoluto sulla richiesta di poter disporre della casa ex Enel, qualora fosse finito il suo restauro.