Riapertura Cementificio di Sarche, Mozione approvata in Consiglio Comunale a Madruzzo

Mariano Bosetti07/01/20223min
CEMENTIFICIO SARCHE DSCN6737


Dopo sette mesi di discussioni, riunioni e assemblee, la questione della riapertura del forno del Cementificio di Sarche è approdata nel Consiglio Comunale di Madruzzo, la sede deputata per la discussione di tale problematica visto lo stabilimento con la cava si trova in questo territorio comunale. L’argomento è stato affrontato sulla base della mozione concordata con gli altri due sindaci della Valle dei Laghi ed esplicitata in 13 punti.
La Mozione è stata approvata dalla sola maggioranza con l’astensione dei 4 consiglieri del gruppo “Bene Comune” e il voto contrario del consigliere Balestra. Il motivo dell’astensione è dovuta al fatto che la minoranza non è mai stata coinvolta come gruppo consiliare, come invece succedeva in passato nel consiglio comunale di Calavino, nella discussione di questa complessa questione e tanto meno nella predisposizione della mozione, che è giunta bella e confezionata in consiglio, allargando ancor più le distanze dei gruppi consiliari e facendo prevalere, in base alla forza dei numeri (10 contro 5), l’interesse di parte anziché quello comunitario.
I punti esplicati nella Mozione toccano tutti gli aspetti inerenti l’attività dell’investimento industriale. Da quelli più attuali dell’inquinamento atmosferico con le ricadute al suolo, i sistemi di monitoraggio con analisi giornaliere dei dati da parte dell’APPA ad altri aspetti legati alla viabilità del traffico pesante, all’inquinamento acustico e al recupero ambientale. Per la verità quest’ultimi due aspetti non sono nuovi in quanto sono già stati oggetto da parte dell’ex-amministrazione comunale di Calavino di regolamentazione in rapporto all’allora legislazione vigente. Per quanto riguarda l’estrazione del materiale sono stati approvati nel corso del tempo dei piani cava, via via aggiornati. Il primo risale al dicembre del 1989 approvato in fretta e furia dall’allora amministrazione comunale 3 giorni prima dell’entrata in vigore dalla legge sulla VIA, mentre dieci anni più tardi (1999) il primo vero piano cave approvato con prescrizioni dalla VIA e dal consiglio comunale di Calavino e quindi successivamente aggiornato.

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