West Nile: contagiata una trentina tornata dalle vacanze. Il Dipartimento invita a rafforzare la sicurezza

Redazione09/08/20253min
west nile zanzara 3


 

È stato segnalato al Servizio di igiene del Dipartimento di prevenzione un caso di infezione da West Nile in una signora rientrata in Trentino dopo un periodo di vacanza. La paziente, le cui condizioni sono al momento stabili, è ricoverata in ospedale.
Il Dipartimento di prevenzione dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, per ridurre al minimo il rischio di punture e al contempo contrastare la diffusione dell’infezione in provincia di Trento, invita la popolazione che si reca in viaggio a seguire alcuni consigli pratici.
La malattia di West Nile, o febbre di West Nile, è un’infezione causata da un virus la cui circolazione è diffusa in diverse aree del sud e nord Italia. Il virus West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto diretto ma prevalentemente attraverso la puntura di zanzare infette (più frequentemente del tipo Culex). I serbatoi del virus oltre alle zanzare posso essere gli uccelli selvatici ma anche mammiferi, soprattutto equini e, in alcuni casi, cani, gatti o conigli. Il periodo di incubazione della malattia va dai 2 ai 14 giorni ma nelle persone con sistema immunitario compromesso può arrivare a 21 giorni.

 

Attualmente non esiste un vaccino per la febbre West Nile e, sebbene la maggior parte delle infezioni sia asintomatica o si manifesti con sintomi lievi, è fondamentale adottare comportamenti protettivi per ridurre l’esposizione alle punture di zanzare e di conseguenza il rischio di contagio.
Apss raccomanda pertanto di seguire alcune semplici, ma essenziali, indicazioni, specialmente nelle ore serali e notturne, quando le zanzare Culex sono più attive:
applicare repellenti cutanei sulla pelle esposta;
indossare abiti coprenti preferendo indumenti chiari, pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe;
ridurre l’utilizzo di profumi intensi che possono attirare le zanzare;
installare quando possibile zanzariere a porte e finestre o soggiornare in ambienti climatizzati;
eliminare i ristagni d’acqua e svuotare sottovasi o altri contenitori e coprire con teli le vasche per gli animali e le piscine gonfiabili dove le zanzare possono deporre le uova.
Apss ricorda inoltre l’importanza della diagnosi precoce e invita, soprattutto al rientro da viaggi in zone in cui la malattia è endemica, a recarsi dal proprio medico di famiglia se nei giorni successivi a una puntura di zanzara si avvertono sintomi come febbre, eruzioni cutanee o manifestazioni neurologiche.