“Vogliamo vedere i nostri parenti nelle RSA”: protesta a Dro
Romeo Bombardelli di Drena si è fatto portavoce dei numerosi degenti nelle Residenze Sanitarie Assistenziali i quali, passato il picco dell’emergenza sanitaria, non riescono ancora a vedere di persona i propri cari. Un malessere che è iniziato piano piano e che ora sta salendo di tono: “Vogliamo vedere i nostri parenti di persona, basta videochiamate, anche se sono state l’unico mezzo per salutarli durante la pandemia”.
Bombardelli solleva il problema per tutti i degenti delle Case di Riposo dell’Alto Garda sia perché ha la madre ospite che sta bene, ha superato ad 84 anni il virus e ora vuole vedere il figlio e la figlia di persona. Gli anziani ospiti nelle Case di riposo, dopo aver combattuto e vinto il virus, devono ora fare i conti con la solitudine che, seppur alleviata dal personale presente, non è mai come vedere di persona i propri cari. E ottanta giorni sono tanti per tutti. Un po’ di libertà, insomma, e risposte da dare alla mamma, al papà o a un familiare che da così tanto tempo non vede nessuno se non sanitari bardati con mascherine, visiere, camici e dispositivi atti, logicamente, a contenere, proteggere e proteggersi dal contagio.
“Ma ora che il picco è andato perché non ci lasciano vedere la mamma nemmeno attraverso un cancello o nel giardino”.
Pronta la risposta della presidente della RSA di Dro “Molino” Carla Ischia, la quale replica affermando che non è una questione di non voler concedere le visite bensì di non poter rischiare. La presidente, inoltre, si dice sorpresa e rammaricata dopo aver letto le affermazioni di Bombardelli, portavoce in qualche modo di tante di cittadini che hanno i loro cari in degenza presso la Rsa e che hanno pubblicamente manifestato davanti ai cancelli, perché la chiusura totale è stata l’unica soluzione possibile per cercare di arginare la diffusione della malattia Sars Cov-2. Anche se ora il contagio è ridotto, dice la presidente – la presenza del Coronavirus non è tuttavia da sottovalutare, anzi, è proprio adesso che la sorveglianza non deve essere allentata, in nessun modo. Il confronto quotidiano con la Provincia e Upipa, l’Ente Unione Provinciale Istituzioni per l’Assistenza e gli esperti delle linee guida nella Fase 2 darà, presto, norme precise, tempi e modalità dei protocolli per poter tornare a visitare i propri cari nelle struttura assistenziali.