Variante 15 ad Arco e nuovo centro commerciale in via S.Andrea: il “No” di Confcommercio ed Assocentro
In merito alla prossima approvazione della “Variante 15” in comune ad Arco, che darebbe il via alla costruzione di un nuovo centro commerciale in via Sant’Andrea, in un territorio già saturo di capannoni e attività, si alza la preoccupazione da parte delle Associazioni di Categoria.
Questa la nota congiunta inviata dalla associazione che riunisce i commercianti “Confcommercio” e dal Consorzio degli negozianti di Arco “Assocentro”.
“È intenzione dell’amministrazione comunale di Arco – scrivono i presidenti delle due Associazioni di categoria Claudio Miorelli e Andrea Cobbe – di proseguire nell’adozione della variante urbanistica numero 15, in merito alla quale abbiamo già provveduto a inoltrare le nostre osservazioni, in particolare nella parte che riguarda le cubature commerciali proposte in Via S. Andrea.
In questo momento di crisi pandemica trasformatasi in crisi economica resta molto difficile capire la necessità di aumentare la cubatura di spazi commerciali: ricordiamo che nell’Alto Garda e Ledro sono già presenti 930 attività di commercio al dettaglio che occupano una superficie di 102.700 metri quadrati. Nel solo territorio di Arco il commercio al dettaglio occupa quasi il 50% di tutto l’Alto Garda e Ledro, con 46.089 mq.
Aggiungiamo che la crisi economica nel nostro territorio si sta già mostrando, visto il calo di presenze turistiche in questo primo semestre (circa 1.500.000) e la netta contrazione delle vendite nel commercio al dettaglio, e farà abbassare la richiesta di superfici commerciali. Se perdurerà il calo nelle presenze turistiche, nella stagione autunnale potranno rendersi disponibili altre superfici di vendita liberate proprio dalla ripercussione della crisi stessa.
Vorremmo che venisse presa in considerazione seriamente la difesa di una componente importante del nostro tessuto sociale: quella delle piccole aziende familiari che popolano i centri storici delle nostre città che li mantengono unici, vivi, vitali, illuminati e quindi sicuri che, se venissero svuotati, non si riusciranno a ripopolare con nessun tipo di risorsa economica.
Parole queste che vanno tutte in una sola direzione – conclude il comunicato – sviluppo e valorizzazione dei centri storici, puntando sulla qualità a discapito della quantità. Parole che chiediamo si trasformino in una grande riflessione sullo sviluppo urbanistico e commerciale che si vuole realizzare ad Arco”.