Tutti i numeri della violenza contro le donne in Trentino

Redazione25/11/20209min
mai-piu-03

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne fissata per il 25 novembre è stata presentata la pubblicazione annuale sui numeri della violenza di genere in provincia di Trento. La pubblicazione annuale è resa possibile dalla proficua sinergia tra istituzioni e forze dell’ordine coordinata dall’Osservatorio provinciale sulla violenza di genere. Un lavoro prezioso quanto complesso che propone un’analisi sia di denunce e procedimenti di ammonimento sia di politiche e servizi offerti alle donne che subiscono violenza nel nostro territorio.
Nel 2019 sono state raccolte 676 schede complessive (429 denunce e 247 procedimenti di ammonimento) per un totale di 793 reati segnalati, evidenziando una sostanziale stabilità del dato rispetto al 2018 (696 schede e 834 reati).
In media, nel 2019 si sono avuti 3,7 denunce e procedimenti di ammonimento ogni 1.000 donne tra i 16 e i 64 anni residenti in Trentino. Considerandone la frequenza, sono stati 51,3 al mese pari a 1,7 ogni giorno, in linea con quanto registrato nel 2018 (51 denunce e procedimenti di ammonimento al mese).
I dati confermano che la violenza di genere, nella grande maggioranza dei casi, riguarda la rete di relazione più vicina alle vittime – se non la più intima – che coinvolge la sfera affettiva e delle conoscenze. Nell’85,7%, infatti, il presunto autore è un uomo che proviene dal contesto familiare, relazionale o lavorativo delle donne.


1. Analisi delle denunce e dei procedimenti di ammonimento relativi a episodi di violenza contro le donne
Le informazioni contenute in questa pubblicazione si riferiscono alle denunce e ai procedimenti di ammonimento potenzialmente connessi a episodi di violenza di genere presentate nel 2019 in provincia di Trento, laddove possibile inseriti in ottica comparativa per il periodo 2011-2019. Gli episodi sono selezionati in funzione della presenza di un reato assimilabile a violenza di genere in cui, cioè, le vittime sono donne e i presunti autori sono uomini. I relativi dati sono registrati mediante una scheda di rilevazione definita dalla Cabina di regia e compilata direttamente dalle istituzioni deputate alla raccolta delle denunce. A partire dallo scorso anno, ISPAT ha reso possibile la compilazione on-line delle schede di rilevazione attraverso un’applicazione dedicata con accesso regolato da specifiche password. La scheda di rilevazione prevede attualmente 19 reati riferiti ad altrettanti articoli del Codice Penale che, nel caso siano commessi da un uomo contro una donna, possono essere con buona approssimazione considerati episodi di violenza di genere. Ogni scheda può registrare più reati: nel 2019 sono state raccolte 676 schede complessive (429 denunce e 247 procedimenti di ammonimento) per un totale di 793 reati segnalati, evidenziando una sostanziale stabilità del dato rispetto al 2018 (696 schede e 834 reati). Buona parte degli episodi riguardi la sfera della violenza fisica e domestica con 386 casi (pari al 48,7% dei reati denunciati).
2. Analisi delle segnalazioni di APAPI (Agenzia provinciale per l’assistenza e la previdenza integrativa) alle Procure sul mancato assolvimento dell’obbligo di mantenimento
Una sezione specifica dell’analisi delle denunce viene dedicata ai casi di violazione degli obblighi familiari, intesa quale forma di violenza economica. Si tratta di dati forniti dalla Provincia autonoma di Trento poiché riguardano le segnalazioni inviate d’ufficio alla Procura da parte dell’Agenzia provinciale per l’assistenza e la previdenza integrativa (APAPI) che gestisce la misura dell’Anticipazione dell’assegno di mantenimento a tutela dei minori la quale prevede l’erogazione da parte della Provincia delle somme destinate al mantenimento dei minori e non corrisposte dal genitore obbligato nei termini e alle condizioni stabilite dall’autorità giudiziaria. APAPI ha segnalato più di 1.100 violazioni (nel 2017, 2018, 2019) a seguito dell’avvio della procedura di anticipazione delle somme dovute e non corrisposte dal padre obbligato al mantenimento dei figli minori. A questo proposito, considerato che la domanda di anticipazione dell’assegno di mantenimento va ripresentata ogni 12 mesi, va segnalato che non necessariamente la denuncia è riferita a un nuovo soggetto in quanto potrebbero verificarsi ipotesi di continuazione del reato. Questa nuova fonte di dati aggiunge preziose informazioni a completamento del quadro della “violenza economica” in provincia di Trento che non può essere limitata ai soli casi di denunce sporte direttamente dalle donne.

3. Analisi dei dati dei servizi antiviolenza
Il numero di donne accolte nel 2019 nei servizi rimane sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente, registrando una piccola flessione nei servizi residenziali (da 117 a 104) e un lieve incremento in quelli non residenziali (da 316 a 338).
In entrambe le tipologie di servizi (residenziali e non residenziali) la quasi totalità delle donne dichiara di aver subito violenza psicologica accompagnata da un altro tipo di violenza, principalmente fisica. Il numero delle violenze rispetto al numero di donne evidenzia, in entrambi i servizi, come una donna sia frequentemente vittima di più tipologie di violenza, rendendo complesso il percorso di uscita dalla violenza e di empowerment.
Il numero complessivo dei figli delle donne accolte nelle strutture residenziali insieme alle madri o dichiarati dalle donne che accedono ai servizi non residenziali ha subito un significativo incremento rispetto alla precedente rilevazione, passando dai 531 bambini coinvolti nella violenza nel 2018 ai 624 del 2019.
Le donne accedono ai servizi residenziali prevalentemente attraverso l’invio dei Servizi Sociali o delle Forze dell’Ordine. Nel caso di servizi non residenziali le donne accedono agli stessi principalmente in modo autonomo e diretto. Nella maggior parte dei casi, il soggetto maltrattante è l’uomo con cui la vittima ha una relazione intima e stabile, per entrambe le tipologie di servizio. Per quanto riguarda le donne ospiti dei servizi residenziali, si registra una maggiore propensione alla denuncia (si è passati dal 43% al 56%).
4. Analisi dei dati sugli accessi al Pronto Soccorso
A partire dallo scorso anno, la pubblicazione si è arricchita di ulteriori preziose informazioni relative alla violenza di genere grazie ai dati forniti da Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari riguardanti gli accessi al pronto soccorso da parte di donne che hanno subito violenza. Dall’analisi dei dati a disposizione risulta che, a partire dal 2017, sono più di 450 ogni anno le donne che si rivolgono al Pronto Soccorso per casi di violenza, mentre in totale gli accessi al PS in ciascuno degli anni considerati, sono stati più di 500: ciò sta a significare che mediamente ciascuna donna ha avuto accesso al PS più di una volta nel corso dell’anno. Analizzando i soli accessi, è possibile notare la quasi equa ripartizione tra violenza domestica (cioè avvenuta in ambiente domestico) e non domestica, con una leggera prevalenza della violenza non domestica. I casi registrati riguardano sia episodi di violenza fisica, sia episodi di violenza sessuale sia episodi in cui queste forme di violenza sono state agite in maniera combinata. Complessivamente, negli ultimi tre anni e mezzo, tra i 1.799 accessi ai PS per violenza sono stati registrati 44 casi di violenza “sessuale” (2,4%) e 31 casi in cui le donne hanno subito violenza “fisica e sessuale” (1,7%). La distribuzione degli accessi al PS da parte di donne vittime di violenza tra i presidi ospedalieri del territorio sembra riproporre la distribuzione degli accessi totali, con una prevedibile frequenza più elevata nei centri più grandi (Trento e Rovereto).

La Busa Vorremmo mostrarti le notifiche per restare aggiornato sulle ultime notizie.
Rifiuta
Consenti notifiche