SUL VALLO TOMO DEL MONTE BRIONE DECIDERÀ IL MAGISTRATO
La decisione se “s’ha da fare oppure no” arriverà a breve, ma una cosa è ormai certa: sul vallo tomo per il Monte Brione, lato est, quello dove i cedimenti delle faglie sono più pericolosi per chi ci abita sotto o ci transita lungo la statale del Linfano la dovrà prendere un Magistrato. Perché il “problema” è giuridico. Da una parte c’è la Legge che tutela i ritrovamenti legati al periodo bellico, in questo caso, ossia la Prima guerra mondiale, dall’altra le ragioni di sicurezza sopra esposte. Il tutto è stato discusso in Provincia nei giorni scorsi alla presenza del direttore generale Paolo Nicoletti, del sindaco di Arco Alessandro Betta, della dirigente dell’Area tecnica Bianca Maria Simoncelli e dell’assessore all’urbanistica Stefano Miori. Con loro diversi tecnici provinciali che, sostanzialmente, si trovano d’accordo con chi regge le sorti arcensi, ossia che il vallo tomo è l’unica soluzione possibile al problema delle frane. Però, come sostengono gli ambientalisti, lì in quella zona insistono ritrovamenti bellici e allora l’opera non s’ha da fare. Le diverse associazioni sostengono che si può intervenire senza costruire un brutto muro, ma realizzando dei terrazzamenti di protezione sui quali si potrebbe poi coltivare l’olivo, ad esempio. Molto meglio dei sassi, perché in fondo un muro o è cemento o sono sassi a vista, efficaci ma brutti e impattanti per la vista. La parola, dunque, al Magistrato l’ardua risposta, il quale dirà cosa fare per l’incolumità dei cittadini salvaguardando, se possibile i reperti storici.
(Nella foto di Fabio Galas i danni causati dalla frana del marzo 2014)