Sul fondale del Garda trentino migliaia di mattoni gettati dopo le regate
La “pratica” la sapevano tutti, almeno chi una volta nella vita si sia recato in uno dei sodalizi velici: come fanno le boe a rimanere in posizione sull’acqua per dire al timoniere in regata dove virare o strambare? Si legano ad un “corpo morto”, ossia un bel mattone, lo si getta sul fondo legato ad una gavetta e la boa più o meno rimane lì anche se il moto ondoso è particolarmente forte. Alla fine della regata si taglia la gavetta e il corpo morto rimane sul fondo. Con la sua bella gavetta, lunga anche 240 metri che rimane a fluttuare in acque per sempre nel tempo. Ebbene, come si ricorderà a novembre scorso la Forestale, seguendo un addetto del circolo Vela Torbole in occasione della loro ultima regata di stagione, la Halloween Cup, lo filmò mentre tagliava la gavetta abbandonando il corpo morto, il famigerato mattone, sul fondo del lago. Da qui la denuncia per abbandono di rifiuti che, prassi consolidata, tutti i circoli velici del lago da anni facevano. Ora la Forestale ha chiuso le indagini avvalendosi anche del ROV, il sottomarino a controllo remoto spedito sul fondo a meno 245 metri per filmare la distesa di mattoni che giace lì da anni. Tremila mattoni l’anno e 45 quintali di gavetta, corde o altro utilizzato per collegare boa e mattone, immaginatevi in mezzo secolo di regate cosa ci sia sul fondo del lago. Non solo Garda trentino, però, perché è il “modus operandi” in tutto il lago da parte di tutti i circoli velici. Ora si parla di boe “robotizzate” dotate di GPS, molto costose però e con la stagione velica alle porte è quanto mai necessario decidere. Si attende ora la decisione della Procura che deciderà cosa fare, ora che ha in mano tutta la documentazione necessaria, in merito alla questione.