Riva del Garda e il turismo arabo: opportunità, timori e il nodo accoglienza

Redazione03/10/20256min
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Sotto la Torre Apponale il dibattito è quanto mai acceso. In questa estate 2025 da poco conclusa, le vie del centro di Riva del Garda hanno visto crescere la presenza di turisti provenienti dai Paesi arabi. Un fenomeno nuovo, che oggi pesa per l’1,5% sul totale delle presenze turistiche del Garda trentino, ma che ha già innescato reazioni contrastanti nel tessuto politico ed economico locale.
Se da un lato i numeri confermano un flusso relativamente contenuto rispetto ai circa 4 milioni di presenze annuali, dall’altro l’aumento improvviso e percepibile — +50% nell’ultima stagione — ha sollevato interrogativi sulla capacità del territorio di gestire e accogliere questa tipologia di visitatori. Il tema, quanto mai divisivo, è stato oggetto di una seduta informale del consiglio comunale, a Riva del Garda – richiesta da quattro consiglieri d’opposizione (Aldrighetti e Santoni di Fratelli d’Italia e Betta e Vivaldelli del Patt) -, alla quale hanno partecipato il presidente di Apt Garda Dolomiti, Silvio Rigatti, e la dottoressa Elisabetta Gutterer, responsabile dei mercati internazionali di Trentino Marketing.

 

 

Un turismo spontaneo, nato sui social
Secondo Trentino Marketing, il turismo arabo sul Garda non è stato incentivato da alcuna campagna promozionale. A determinarne la crescita è stato piuttosto il potere dei social media: nei Paesi del Golfo, oltre 228 milioni di persone sono utenti attivi sulle piattaforme digitali e il 63% ha meno di 35 anni. Proprio la fascia giovane, tra i 26 e i 35 anni, rappresenta il cuore di questo nuovo flusso, spinta a viaggiare da contenuti pubblicati su TikTok, Instagram e Snapchat.
Un’indagine condotta dall’Apt Garda Dolomiti a fine estate ha fotografato meglio il profilo di questa clientela: il 40% proviene dall’Arabia Saudita, la permanenza media si aggira intorno ai 2,6 giorni, spesso come tappa di un tour più ampio che parte da Milano o Monaco. L’87% sceglie Riva del Garda come base, preferendo soprattutto hotel a quattro e cinque stelle. La spesa media giornaliera varia tra i 120 e i 200 euro, con un 17% che supera questa soglia.
A differenza dei turisti storici del Garda, poco interessati all’outdoor e agli sport acquatici, i nuovi visitatori cercano relax, shopping e passeggiate nel centro città. Apprezzano la pulizia, la qualità delle strutture e l’“italianità” del contesto, ma lamentano la scarsità di menu e brochure in arabo e chiedono maggiore chiarezza sull’offerta halal.
Le preoccupazioni della politica e degli operatori
Durante la seduta informale del consiglio comunale di Riva, come c’era da aspettarselo, le posizioni si sono divise. Alcuni consiglieri, in particolare dalle file di Fratelli d’Italia e del Patt, hanno espresso timori legati all’impatto di questo turismo sulla clientela tradizionale e sull’identità del territorio. C’è chi sostiene che la spesa reale non corrisponda ai dati ufficiali e chi teme un “effetto snaturamento” dell’offerta turistica rivana.
Altri, tra cui l’ex sindaca e oggi consigliera della Lega Cristina Santi, invitano invece a guardare al fenomeno con realismo: il Garda è da sempre terra di accoglienza, e chi sceglie di visitarlo non può essere respinto. Piuttosto, il compito degli operatori è governare il flusso senza sacrificare la propria identità.
Un ragionamento che richiama alla memoria altri momenti di cambiamento nella storia turistica del Garda, come il boom dei surfisti, nella vicinaTorbole, inizialmente malvisto e poi trasformato in opportunità.
Uno sguardo oltre i confini
Per capire come affrontare la sfida, Apt e Confcommercio hanno annunciato una missione a Zell am See, località turistica del Salisburghese che ha già da tempo sviluppato strategie di gestione per il turismo arabo. L’obiettivo è osservare da vicino modelli e buone pratiche che possano aiutare l’Alto Garda a bilanciare accoglienza e tutela della propria offerta.
Intanto, i dati mostrano come il Garda stia diventando sempre più internazionale: accanto al calo temporaneo dei tedeschi (–8%), crescono le presenze da Nord America (+20%), Norvegia (+17%), Polonia (+11%) e Regno Unito (+14%).
Una sfida aperta
Il turismo arabo, dunque, non è che un tassello di un mosaico più ampio, quello di un Garda che si confronta con i cambiamenti globali e con un mercato in continua evoluzione. Governare questo fenomeno significa saper cogliere le opportunità senza tradire la propria vocazione, mantenendo al centro un’identità fatta di paesaggio, qualità e ospitalità.
La partita, sotto la Torre Apponale, è appena iniziata: tra chi teme lo stravolgimento e chi vede nuove prospettive di crescita, il confronto è destinato a proseguire, accompagnato dai numeri e dai volti di un turismo che cambia. (n.f.)