Rientrata a Porto Torres la salma di Gian Mario Mura. Sul mancato ricovero indagini in corso
È finalmente tornato nella sua Porto Torres, in Sardegna, lo sfortunato ragazzo di 23 anni, Gian Mario Mura, morto di meningite il 19 marzo scorso nell’appartamento che occupava a Torbole. Come si ricorderà il decesso era avvenuto per una meningite batterica diagnosticata dai sanitari al povero giovane, che lavorava nella Lavanderia industriale al Linfano, in piena emergenza Coronavirus dopo una settimana in cui accusava forti dolori alla testa. Da un tampone eseguito post-mortem è stato stabilito che il decesso non era da ricondurre al Covid 19 bensì ad una meningite. La burocrazia, però, ha rallentato il rientro della salma a causa dell’emergenza sanitaria in atto in tutta Italia. Infatti si sono dovuti attendere ben 50 giorni. I familiari hanno potuto riabbracciare finalmente il loro caro dopo quasi due mesi dal decesso, accolto da una miriade di palloncini colorati e applausi di familiari, parenti e amici tutti all’arrivo per il funerale nella chiesa Cristo Risorto a Porto Torres. Palloncini giallo rossi, i colori della sua squadra del cuore, la Roma.
Va detto che sul suo decesso è in corso un’indagine della magistratura trentina per capire anche il motivo del mancato ricovero dopo che per ben due volte il giovane si fosse recato al pronto soccorso di Arco (una volta dovette fare ritorno a casa addirittura in Taxi). Gli era stata somministrata una terapia farmacologica per fare in modo che si curasse nel suo appartamento.
Gian Mario si lamentava in continuazione con la sorella Manuela a Porto Torres dei dolori alla testa che lo affliggevano. Fu infatti la sorella a lanciare l’allarme ai Carabinieri quando Gian Mario non rispondeva più al telefono. Entrati in casa con l’ausilio dei Vigili del Fuoco lo trovarono ormai privo di vita.
(foto tratta dal portale www.unionesarda.it)