Ridurre le Pfas, Fiorio e Parisi interrogano

Claudio Chiarani15/11/20233min
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L’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri scrive: “Le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), o acidi perfluoroalchilici, sono una famiglia di composti chimici ampiamente utilizzati dall’industria in quanto idrorepellenti e oleorepellenti. Per semplificare si tratta di acidi molto forti, resistenti ai maggiori processi naturali di degradazione. Questa azione deriva dalla sostituzione degli atomi di idrogeno, comunemente presenti nelle sostanze, con atomi di fluoro attraverso dei legami fra carbonio e fluoro. I PFAS nascono negli anni ’40 come composti chimici detti “di sintesi”. Oggi ne contiamo oltre 4.000 sostanze. Si ritrovano ovunque, nella nostra vita quotidiana: dalle pentole antiaderenti, all’abbigliamento e alle scarpe impermeabili, fino ad alcuni imballaggi alimentari e nei pesticidi. Negli ultimi anni i PFAS e i loro derivati sono stati sotto indagine per il loro effetto negativo sull’ambiente e sulla salute. Sono recenti le notizie diffuse circa la contaminazione dell’acqua destinata al consumo giornaliero in Veneto e Lombardia”.
Fin qui cosa “abbastanza” nota per via degli allarmi lanciati spesso in TV e sui giornali, ma in questi giorni anche in Busa. Se ne sono occupate le due consigliere comunali di Arco della Civica Olivaia Chiara Parisi e Arianna Fiorio, le quali sollecitano Provincia e giunta arcense in merito alla presenza dei composti chimici che, contenuti nel percolato della discarica della Maza, finiscono poi nel lago di Garda. Comprendere il problema, dicono le due consigliere, è fondamentale per arginarlo ed eliminarlo laddove sia necessario e per questo ciò che la Provincia sta attuando in relazione alla bonifica della discarica ex Maza, ossia conferire il percolato nei depuratori senza attuare il processo di “osmosi inversa” (un processo che permette di eliminare dall’acqua la quasi totalità delle sostanze indesiderate in essa contenute grazie a depuratori dotati di membrane semipermeabili), unico sistema in grado di eliminare, dunque, le sostanze inquinanti come i Pfas.
Gli interrogativi posti da Parisi e Fiorio vertono sul perché la Provincia non abbia effettuato le ricerche sui Pfas, perché si sia continuato a conferire al depuratore del Linfano il percolato, tra l’altro sottodimensionato e inefficiente, perché non si sia proceduto a dotare il depuratore di un impianto in grado di effettuare il trattamento di osmosi inversa? Riferirsi ai parametri di legge, chiude l‘interrogazione delle due battagliere consigliere non ha senso ed è necessario fare tutto il possibile per evitare di disperdere queste sostanze nell’ambiente e nell’acqua.

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