Piena della Sarca: la Provincia ha incontrato i Sindaci e le Organizzazioni agricole
Appuntamento di approfondimento tecnico, quello svolto nel pomeriggio di martedì 20 ottobre, fra l’assessore all’agricoltura e difesa del suolo Giulia Zanotelli e i Sindaci dei comuni situati lungo il basso corso del fiume Sarca, dalle Sarche all’Alto Garda, nonché i referenti delle Organizzazioni professionali agricole, assieme ai tecnici provinciali, ovvero il dirigente generale del Dipartimento Protezione civile, Foreste e Fauna Raffaele De Col, il dirigente generale del Dipartimento agricoltura Romano Masè e i dirigenti dei Servizi Bacini montani Roberto Coali, Agricoltura Fabrizio Dagostin e Prevenzione Rischi e Cue Stefano Fait. Durante l’incontro si è illustrata una relazione rispetto all’evento del 3-4 ottobre sul Sarca, ascoltando altresì le richieste ed i quesiti dei locali amministratori e dei sindacati agricoli, mettendo alcuni punti fermi. A partire dalla pulizia degli alvei, già programmata in base al piano provinciale.
Come illustrato dai tecnici provinciali, la piena del Sarca è stata il secondo evento più significativo in base alle registrazioni dell’idrometro di Sarche dopo quello del settembre del 1999. Un evento in parte imprevisto, soprattutto a causa delle precipitazioni che si sono verificate nella parte alta del bacino del Sarca e che non si sono trasformate in neve neppure in quota. La pioggia misurata a Malga Bissina, prossima al bacino del Sarca, ha superato i 180 mm contro quella ipotizzata di 110, mentre la quota neve è sempre stata molta alta, in media sopra i 2800 m, con complessivamente circa il 40% di precipitazioni in più di quelle attese. L’idrometro di Ponte del Gobbo, che esiste dal 1994, ha rilevato un’altezza dell’acqua pari a 3,10 metri, equiparabili a una portata di circa 550 mc/s, quando nell’evento del 1999 l’altezza era stata di 3,5 metri per una portata di circa 650 mc/s.
Ridotto, ma comunque efficace, l’effetto della laminazione della piena, tramite la diga di Ponte Pià, che ha consentito di ridurre la portata di circa il 10% ovvero di 40 metri cubi al secondo. Purtroppo il bacino è di circa 3 milioni di metri cubi, una capienza insufficiente rispetto al bacino imbrifero del Sarca; per fare un esempio basti pensare che il bacino di Stramentizzo sull’Avisio è di 10 milioni di metri cubi, quello di Santa Giustina di 170 milioni di metri cubi.
L’evento poi si è verificato a poca distanza da un altro momento critico, quello del 29 e del 30 agosto, durante il quale il Sarca ha sfiorato gli argini.
Proprio per approfondire meglio tutti gli aspetti tecnici e ambientali, in questi giorni sono state effettuate una serie di valutazioni sul corpo idrico, indispensabili per una programmazione futura.