‘Ndrangheta in Trentino: Mauro Ottobre stralciato dal procedimento, non andrà a processo
“Si comunica, ai sensi dell’art. 335 c.p.p., che dal Registro Informatizzato delle Notizie di Reato di questa Procura della Repubblica con dati aggiornati al 16/08/2021 alle ore 13:42:00 non risultano iscrizioni suscettibili di comunicazioni. Trento 16/08/2021, il Cancelliere dott.ssa Lara Fontanari”. Questo il testo della comunicazione che l’onorevole Mauro Ottobre di Arco ha ricevuto dalla Procura in merito all’inchiesta “Perfido” sulla presunta infiltrazione della ‘ndrangheta in Trentino nell’ambito del settore estrattivo del porfido.
Dunque, onorevole Ottobre, lei non andrà a processo? “Occorre ricordarsi – ci confida – che secondo il Codice di Procedura Penale il Pubblico Ministero non è tenuto a comunicare l’iscrizione di reato per alcuni delitti, tra cui l’articolo 416 bis e reati collegati. Comunque mi hanno stralciato dal procedimento penale e sono altri che andranno a processo. Non io”.
Mauro Ottobre, come si ricorderà, era finito nell’inchiesta condotta dai Carabinieri del Ros coordinata dalle Procure di Reggio Calabria e Trento relativa alla presenza della ‘ndrangheta in Trentino. “Hanno setacciato tutte le mie documentazioni, i personal computer e altro senza trovare nulla – specifica Ottobre – Qualcuno si ricorderà che io ho portato il capo della Procura di Catanzaro al Casinò di Arco a parlare delle infiltrazioni mafiose, e se il dottor Nicola Gratteri avesse avuto qualche sospetto sul sottoscritto non credo sarebbe venuto. Io col signor Macheda ho bevuto un caffè a Civezzano, gli ho chiesto il voto quando candidavo col mio movimento Autonomia Dinamica alle Provinciali del 2018 e stop. Mi è stato presentato da Giulio Carini e l’impressione che ho avuto e che ho tuttora è che se lui è un mafioso io sono Babbo Natale”.
Mauro Ottobre, che dopo la diffusione della notizia di essere indagato ha ricevuto soltanto insulti e diffamazione sui social, ha dovuto sopportare il tutto in un momento difficile della sua vita, quello della scomparsa della mamma.
“Il giorno stesso mio figlio è stato minacciato e sono dovuto andare a prenderlo a scuola. Quattro mesi dopo la Polizia Postale ha beccato il ragazzino che si è divertito a spaventarci. Abbiamo vissuto nell’incubo io e la mia famiglia, ma desidero si sappia anche che Macheda – conclude Ottobre – insieme ad altri cavatori, nel 2017 si era recato in Consiglio provinciale per discutere con i politici della modifica della Legge sulle cave di porfido. Io ero a Roma e nessuno mi ha chiesto niente, avrebbe potuto no? Io non l’ho mai frequentato, non ho mai comprato da lui un cubetto di porfido, non sono mai stato nella sua azienda”.
Quindi Mauro Ottobre dalla brutta vicenda ne esce completamente pulito.