Lago di Garda sotto assedio: l’allarme di Legambiente sull’overtourism

Nicola Filippi15/07/20255min
20240831 CRISTINA DAVENA RIVA NOTTE FIABA (7)


 

C’è un Lago di Garda che brilla di bellezza e uno che fatica a respirare. È quello congestionato da un turismo sempre più invadente, che cresce anno dopo anno senza sosta. A lanciare un forte segnale d’allarme è Legambiente, che ha dedicato un’intera giornata di confronto al tema dell’overtourism gardesano nell’ambito della sua campagna nazionale “Goletta dei Laghi”.
Il dato che impressiona di più? Nei soli quattro mesi estivi, le presenze turistiche superano i 18 milioni, a fronte di una popolazione residente di appena 190.000 abitanti. Un carico turistico che mette a dura prova la vivibilità, i servizi pubblici, la coesione economica e, soprattutto, l’ambiente.
Durante l’incontro tenutosi a Peschiera del Garda, simbolo delle contraddizioni del modello turistico attuale, l’associazione ambientalista ha presentato un pacchetto di dieci proposte concrete, rivolte a istituzioni, operatori e cittadini, per invertire la rotta e avviare un percorso di turismo sostenibile.

 

 

Un lago sotto pressione: i numeri dell’overtourism
I numeri parlano chiaro. Secondo i dati ISTAT rielaborati da Legambiente, tra il 2014 e il 2024 le presenze turistiche nei 23 comuni rivieraschi del lago sono cresciute del 27%. A guidare questa impennata è la sponda veneta, che ha visto un balzo del +32%, seguita da quella lombarda con +23% e da quella trentina con +19%.
Nel dettaglio, comuni come Lazise (+65%) e Peschiera del Garda (+59%) stanno registrando tassi di crescita fuori scala, ben oltre la media. Ma anche sul versante lombardo la situazione è critica: Lonato del Garda segna un +50% di presenze, Padenghe +45%, Manerba e Toscolano Maderno superano il +35%.
E se la sponda trentina appare meno colpita, resta comunque evidente la pressione turistica: Nago-Torbole cresce dell’8,6%, mentre Riva del Garda arriva a +24% in dieci anni.
“Troppi turisti, troppo poco spazio”
“Troppi turisti in troppo poco spazio significano meno qualità della vita per i residenti, servizi al limite, squilibri economici crescenti e un ambiente sempre più fragile” – denunciano i presidenti regionali di Legambiente Luigi Lazzaro, Barbara Meggetto e Andrea Pugliese. L’associazione invita a riflettere su un modello di sviluppo che rischia di esaurire le risorse stesse che rendono il lago attrattivo.
Le dieci azioni per un turismo sostenibile
Il cuore dell’iniziativa di Legambiente è un decalogo di azioni prioritarie, che abbracciano tre assi strategici: mobilità, regolamentazione e partecipazione civica. Ecco le proposte:
1. Mobilità intermodale per ridurre l’uso dell’auto e decongestionare il traffico.
2. Regolamentazione degli affitti brevi per tutelare la residenzialità e il diritto alla casa.
3. Definizione della capacità di carico turistica per ogni località, con limiti in alta stagione.
4. Tassa di soggiorno vincolata al miglioramento dei servizi pubblici.
5. Certificazioni ambientali e gestionali per operatori e destinazioni.
6. Tavoli permanenti di ascolto e partecipazione con cittadini e stakeholder.
7. Diversificazione dell’offerta turistica, anche per fasce di pubblico meno stagionali.
8. Rimodulazione della promozione turistica, con focus sulle stagioni intermedie.
9. Disincentivazione dell’escursionismo di massa, spesso insostenibile e poco redditizio.
10. Vademecum del turista responsabile, per promuovere comportamenti rispettosi.
Una sfida collettiva per il futuro del lago
Il messaggio è chiaro: non si tratta di demonizzare il turismo, ma di governarlo, di orientarlo verso forme più sostenibili, equilibrate e lungimiranti. Un turismo che non svuoti i centri storici, che non trasformi le comunità in set da cartolina, ma che valorizzi le identità locali e rispetti i fragili equilibri ecologici.
“Serve una visione condivisa – concludono da Legambiente – e il coraggio di cambiare rotta. Il Garda può diventare un laboratorio di buone pratiche per tutto il Paese, ma occorre agire ora, prima che sia troppo tardi”.