La ricchezza del turismo e il nodo abitativo: la sfida di Arco secondo l’ex assessore Cattoi

Il turismo continua a essere il motore trainante dell’economia trentina, e in particolare dell’Alto Garda. A dirlo non sono solo le impressioni di chi vive il territorio durante i mesi di maggiore afflusso, ma i numeri ufficiali elaborati da Istat, Banca d’Italia e Sociometrica per il 2024: un valore complessivo che supera i 4 miliardi di euro in provincia, con l’area gardesana ai primi posti per intensità turistica.
Riva del Garda guida la classifica con 404 milioni di euro generati, seguita da Arco con 206 milioni e da Nago-Torbole con 176 milioni. Cifre che, sommate, collocano l’Alto Garda tra le realtà più vivaci dell’intero Trentino.
Arco, tra crescita e nuove sfide
«Ad Arco il turismo non è solo ricettività: è indotto, è lavoro, è comunità», ha scritto Nicola Cattoi in un post pubblico che ha acceso il confronto. Cattoi, già assessore comunale, dal 19 maggio 2025 siede nei banchi delle opposizioni in Consiglio comunale ad Arco e, dal 1° luglio, è componente della Commissione consiliare Urbanistica, Territorio e Ambiente fino al 2030.
I 200 milioni di euro prodotti nel territorio arcense, infatti, non si limitano a sostenere hotel, campeggi o bed & breakfast, ma alimentano anche attività di ristorazione, commercio, sport ed eventi, con un effetto positivo diretto sull’occupazione.
Cattoi sottolinea come gli operatori economici non siano semplici “fornitori di servizi”, ma imprenditori che assumono, garantiscono reddito e mantengono vivo il tessuto sociale. Un patrimonio, questo, che va tutelato.
Il rovescio della medaglia: il mercato immobiliare
Il punto critico, però, riguarda la casa. Il rapporto Nomisma 2024 certifica un aumento significativo dei canoni di locazione nelle località turistiche trentine. Un fenomeno che ad Arco si traduce in una crescente difficoltà per le famiglie residenti nell’accesso ad abitazioni a prezzi sostenibili.
Il rischio è chiaro: la forza economica del turismo potrebbe trasformarsi in un fattore di squilibrio sociale, allontanando i residenti dal centro abitato o costringendoli a soluzioni abitative sempre più precarie.
La proposta: un tavolo permanente
Per evitare questa deriva, Cattoi avanza una proposta concreta: istituire un tavolo di lavoro permanente tra Provincia, Comuni dell’Alto Garda e operatori turistici. Un luogo di confronto stabile che dovrebbe muoversi lungo quattro direttrici principali:
1. Politiche della casa – Applicare in modo più incisivo la legge provinciale n. 15 del 2005, incrementando l’offerta di alloggi a canone moderato e introducendo misure di contenimento dei prezzi.
2. Affitti brevi – Regolare il fenomeno con criteri chiari, coordinando le norme provinciali con quelle nazionali (d.lgs. n. 23 del 2011).
3. Lavoro nel turismo – Sostenere la centralità degli operatori economici che generano occupazione, favorendo contratti stabili e continuità lavorativa.
4. Monitoraggio – Analizzare costantemente l’impatto del turismo su popolazione residente, mercato immobiliare e servizi pubblici, pubblicando un rapporto ufficiale della Provincia.
L’equilibrio da costruire
L’obiettivo dichiarato è semplice nella formulazione ma complesso nella realizzazione: garantire un equilibrio tra sviluppo turistico e residenzialità. In altre parole, fare in modo che la ricchezza portata dai visitatori non diventi un boomerang per i cittadini che ad Arco e nell’Alto Garda vivono tutto l’anno.
La sfida è tutta lì: conciliare economia e coesione sociale, perché il turismo resti un valore aggiunto e non un ostacolo alla qualità della vita dei residenti. (n.f.)