La mosca olearia minaccia il raccolto di oliva 2020, trappole da mettere subito
Il 2020 sarà ricordato senza alcun dubbio per la nomea di “anno bisesto, anno funesto”. Ora si aggiunge il timore per gli olivicoltori per l’arrivo della mosca olearia che si preannuncia anche di quattro volte superiore al 2019. Come dire che se di olio d’oliva nel 2019 non se n’è prodotto, nel 2020 non se ne vedrà proprio nemmeno una goccia. A dirlo la Fondazione Mach, dunque fonte attendibilissima, che ha affermato come quest’anno il raccolto sia già a rischio. Nel 2019 fu colpa del clima, nel 2020 sarà la mosca olearia a dare un’ulteriore “mazzata” al raccolto. Il consiglio è di predisporre subito le trappole per la cattura di massa, visto che gli insetticidi hanno efficacia in particolar modo sugli adulti ma non sulle larve giovani che vanno dunque contenute. Fare in fretta, però, con le restrizioni imposte dall’emergenza Coronavirus agli spostamenti dei proprietari delle coltivazioni è difficile, per questo la Provincia ha un po’ “allargato” le maglie del divieto permettendo l’accesso ma nello stesso Comune. Purtroppo per chi risiede in una città diversa da dove si possiede l’appezzamento non può farlo. Nei giorni scorsi l’ex vicesindaco di Arco Sergio Prandi ha sollevato la questione con la speranza che si possa risolvere anche per chi possiede terreni e olivi in un comune che non è quello di residenza. Rimane il fatto che l’intervento di posa delle trappole deve essere tempestivo, cosa che tutti i frantoi della Busa hanno detto in coro ai propri associati e agli olivicoltori in generale del territorio.