La Caritas di Arco affronta le nuove emergenze

Redazione30/01/20214min
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Una crescente “zona grigia” di nuove situazioni di emergenza e di bisogno, rappresentata da singole persone (più spesso donne sole con figli) o famiglie che pur avendo un lavoro, non ce la fanno a sostenere tutte le spese necessarie. Un aumento continuo e consistente del numero dei pacchi spesa consegnati e, di conseguenza, del finanziamento che il Comune tramite l’assessorato alle politiche sociali deve erogare a Caritas. Ma anche il segno positivo di tanta solidarietà da parte della cittadinanza.
È questo in estrema sintesi il bilancio tracciato dal Centro di ascolto e solidarietà della Caritas cittadina -nelle persone del coordinatore Romano Turrini e di Italo Santuliana- convocato dal sindaco Alessandro Betta anche allo scopo di prepararsi a un 2021 che si preannuncia, causa il protrarsi della pandemia, particolarmente preoccupante. All’incontro, in sala Giunta in municipio, erano presenti anche Viviana Sbaraini, responsabile del Servizio politiche sociali del Comune di Arco, e il parroco, don Francesco Scarin.
«Questo report è utile per organizzare gli interventi del Comune in tema di politiche sociali -ha spiegato il sindaco- così da programmare in modo efficace e tempestivo il 2021, che si preannuncia molto difficile, dato che lo iniziamo in piena pandemia. Delle tante iniziative, il buono spesa comunale, una novità della parte finale del 2020, possiamo dire che sia stato vincente: abbiamo visto di tutto, dalle tantissime persone che lo hanno girato alla Caritas per aiutare chi è in difficoltà, a chi ha raddoppiato o triplicato la spesa, sostenendo le attività economiche locali e la relativa occupazione. Alla luce di questa esperienza positiva e analizzando i dati che ci fornisce la nostra Caritas, possiamo iniziare a pensare ad altre iniziative da mettere in campo, tra cui rifinanziare Caritas per quello che sarà necessario».

Per quanto riguarda i buoni spesa di 20 euro che il Comune ha stanziato per ogni residente, sono 697 quelli donati alla Caritas, per un totale di possibilità di spesa di 13.940 euro. Cifra che il Cedas ha impiegato per acquistare quanto richiesto, a fronte di una precisa richiesta fatta tramite un questionario, dalle famiglie più bisognose, in particolare scarpe (ben 150 paia), maglie e felpe, calzini, tute adulti e bambini, giacche a vento, berretti, biancheria intima, lana, pentole, bicchieri, piatti, tazzine, lenzuola, coperte, sacchi a pelo, materiale scolastico, giochi, pannolini, mascherine e igienizzante.
«C’è la povertà e ci sono le situazioni di bisogno -ha detto il parroco, don Francesco- ma c’è anche l’emergenza di chi si trova schiacciato da situazioni pesanti, di sofferenza, di disagio psicologico, di malattia, di lutto. La Caritas dà alla comunità un’attenzione allargata e garantisce anche la relazione, per tenere vivo un sentimento di fiducia che dia il senso di una prospettiva. Questo è molto importante: la situazione è pesante e nei prossimi mesi credo peggiorerà, dobbiamo prepararci, il futuro non è solo economia ma anche benessere psicologico, relazione, vicinanza. In tutto questo, un segno da cogliere è certo la grande disponibilità, la vicinanza e la solidarietà della comunità».

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