In Trentino oltre mille interventi con il laser per curare la prostata
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Nuovo traguardo per l’urologia trentina, con oltre 1000 interventi effettuati con il laser per curare l’ingrossamento della prostata. I trattamenti mini invasivi non chirurgici hanno diversi vantaggi per i pazienti, dalla degenza ridotta al limitato utilizzo del catetere dopo l’intervento, fino all’efficacia del trattamento a lungo termine. Il traguardo è stato raggiunto grazie alla collaborazione tra l’Unità operativa multizonale di urologia e l’U.o. di anestesia e rianimazione di Rovereto.
L’iperplasia prostatica benigna, l’aumento del volume della prostata di natura benigna, è una delle patologie più comuni per gli uomini, con una prevalenza che aumenta con l’età, specialmente dopo i 55 anni. L’ingrossamento della prostata può comprimere vescica e uretra causando i classici disturbi urinari: minzione frequente e difficoltosa, fatica ad iniziare ad urinare, gocciolamento alla fine della minzione e risvegli notturni. Questa patologia legata all’avanzare dell’età (ne soffre circa il 70% dei settantenni) può, se non correttamente trattata, progredire in maniera significativa e portare alla necessità di un catetere o all’intervento chirurgico. Diagnosi precoce e terapia medica appropriata rappresentano ad oggi i pilastri di questo trattamento. In alcuni casi, però, i farmaci non riescono a modificare la storia naturale della malattia o migliorare la qualità di vita e bisogna ricorrere ad un approccio chirurgico. Negli ultimi anni la tecnologia ha fatto passi importanti rendendo gli interventi sempre più mini-invasivi, fino ad arrivare a tecnologie definite super-mini-invasive. Dagli anni in cui era necessario eseguire un taglio sull’addome per asportare la porzione di prostata in eccesso si è passati ai trattamenti endoscopici trans-uretrali con benefici per i pazienti in termini di minor tempo di degenza e minori effetti collaterali.
«Da qualche anno la tecnologia ci ha supportato in modo determinante grazie all’introduzione dell’energia laser – spiega Tommaso Cai, direttore facente funzione dell’U.o. multizonale di urologia. In Trentino, l’attenzione alla ricerca per trattamenti sempre più mini-invasivi ed efficaci per i disturbi da prostata è sempre stata presente e oggi abbiamo a disposizione tutte le tecnologie all’avanguardia per curare i pazienti in maniera sempre più mini-invasiva. A Rovereto da diversi anni utilizziamo il Greenlight laser, un laser transuretrale specifico per trattare i pazienti con disturbi da ingrossamento della prostata con ottimi risultati. La mini-invasività di questa patologia, i vantaggi per il paziente in termini di degenza ridotta (solo una notte), la possibilità di rimuovere il catetere il giorno dopo l’intervento e l’efficacia a lungo termine del trattamento ci hanno portato ad un uso ormai routinario di questa tecnica».