Il segreto dei marroni di Campi: l’antico legame tra castagno e castanicoltore

Dietro l’inconfondibile bontà dei marroni di Campi, frutto simbolo dell’autunno altogardesano, c’è un segreto che profuma di tradizione, rispetto per la natura e amore per la terra. A raccontarlo è l’Associazione Tutela Marroni e Prodotti Tipici di Campi, custode di un sapere antico che ancora oggi si tramanda tra i castanicoltori del borgo.
Il lavoro del castanicoltore, spiegano dall’associazione, non si conclude con la raccolta e la vendita dei marroni, ma continua silenzioso anche nei mesi successivi, quando il bosco torna alla quiete e il castagneto ha bisogno di cure. È in questo momento che prende forma uno dei rituali più antichi e sostenibili della castanicoltura campigiana: la concimazione naturale con i ricci.
Dopo la raccolta, infatti, i ricci che hanno custodito i preziosi frutti vengono triturati e sparsi sotto la chioma dei castagni. Quel materiale, apparentemente di scarto, diventa invece un fertilizzante naturale di straordinaria efficacia, capace di restituire al terreno le sostanze organiche assorbite durante la crescita dei marroni. “È un metodo di concimazione antico – spiegano i produttori – che permette alla pianta di nutrirsi in modo equilibrato e naturale, senza ricorrere a prodotti chimici. Il triturato resta a terra finché viene completamente assorbito dal suolo e, con esso, dal castagno stesso”.
Solo con l’arrivo della primavera il castanicoltore interviene di nuovo, asportando i residui per preservare la cotica erbosa e mantenere il bosco in perfetto equilibrio. È un gesto semplice ma decisivo, che testimonia la cura meticolosa e l’attenzione continua verso un ecosistema fragile e prezioso.
Questa pratica, tramandata di generazione in generazione, è uno dei segreti della qualità e del sapore inconfondibile dei marroni di Campi. Frutti dal gusto dolce e avvolgente, che racchiudono nel loro aroma la storia di un territorio e la dedizione di chi lo abita e lo custodisce.
Ma, come ricordano gli stessi castanicoltori, ogni annata è diversa: il clima, le piogge e le temperature incidono sulla quantità del raccolto. La bontà, però, quella resta sempre. Perché è frutto di un equilibrio antico tra uomo e natura, di un amore per il castagneto che, a Campi, non conosce stagioni. (n.f.)










