Il ristoratore Flavio Biondo: “Confcommercio faccia abbassare le bollette!”
Si è tenuto un incontro con il direttivo dell’associazione ristoratori del Trentino, sezione Alto Garda e Ledro, con all’ordine del giorno diversi punti “caldi” che interessano la categoria. Per prima cosa è stata evidenziata la crisi energetica e il relativo spropositato aumento delle utenze della materia prima, fatto che porterà a lungo termine a enormi difficoltà ben più critiche della crisi legata alla pandemia da Covid 19. Uno scenario, è stato detto, a dir poco “devastante” sia per la categoria dei ristoratori sia per tutto il comparto economico.
Se, afferma la nota inviata in redazione a firma di Flavio Biondo, Confindustria ha già trovato accordi per il costo dell’energia elettrica per i propri associati, le nostre associazioni non si sono ancora mosse in questa direzione. Alberghi e negozi possono chiudere luci e condizionatori al contrario delle nostre attività, le quali quando sono aperte per poter operare devono attivare cucine e attrezzature elettriche o termiche necessarie alla trasformazione del prodotto che viene venduto. L’acqua calda, ad esempio (scrive sempre nella nota Biondo) serve alla sanificazione e non se ne può fare a meno. Cosa si chiede, dunque a Confcommercio provinciale?
Dopo un’analisi dell’articolo 13 dello Statuto provinciale autonomista trentino da parte di un gruppo di avvocati, articolo che regola gli accordi sui flussi idrici dei corsi d’acqua dai quali si produce energia elettrica e, logicamente, se ne stabilisce il costo, risulta che Idro Dolomiti produce più Energia del necessario fabbisogno energetico dell’intera provincia di Trento, energia che viene immessa in rete. La Provincia ha dato venti concessioni di cui due “a scavalco” con il vicino Veneto, ci sono 39 centrali idroelettriche in provincia di cui ben 22 di Idro Dolomiti per 3.600 Gigawatt di produzione annua. Ebbene, forniti questi e altri utili dati ci si aspetta, afferma sempre la nota di Biondo, che Confcommercio sproni la Provincia chiedendo a Dolomiti Energia l’attuazione dell’articolo 13 dello Statuto autonomista ai fini di abbassare il costo dell’energia elettrica, particolarmente considerando il fabbisogno delle utenze trentine, inferiore al quantitativo prodotto da Idro Dolomiti.
In conclusione, la nota a firma di Flavio Biondo dice che se serve firmare una petizione lo si farà, ma solamente se Confcommercio potrà dare una risposta rapida, concreta e definitiva perché, in caso contrario, la prima mossa sarà quella di non corrispondere la quota associativa. Almeno per coprire in parte i costi dell’energia elettrica.