Il giardino dell’Itea di Riva intitolato a don Giorgio Degara
Si è svolta domenica 20 giugno la cerimonia di intitolazione a don Giorgio Degara del giardino del complesso Itea di via Italo Marchi.
Alla cerimonia hanno preso parta per l’amministrazione comunale il sindaco Cristina Santi, il vicesindaco Silvia Betta e l’assessore Silvio Salizzoni con il presidente del Consiglio comunale Salvatore Mamone. Presenti anche Bruno Santi e Claudio Molinari, due dei sei ex sindaci che nel 2014, all’indomani della scomparsa di don Degara, furono autori della richiesta formale all’amministrazione di una intitolazione alla sua memoria. Presenti anche il parroco di Riva del Garda don Dario Silvello e il direttore generale dell’Istituto trentino di edilizia abitativa Stefano Robol. Folta anche la presenza di parenti: oltre ai fratelli Carmen, Emilia, Giuseppe e Luigi, il figlio Giovanni (don Degara, com’è noto, in seguito abbandonò lo stato sacerdotale e si sposò) e i nipoti Manuela e Roberto.
A una breve iscrizione commemorativa -«Parroco di rione Degasperi, edificò la Chiesa e fu guida per la comunità»- il compito di riassumere lo straordinario ruolo che ebbe don Degara (1930-2014), prima cappellano e poi parroco, nella crescita sociale del rione popolare dedicato ad Alcide Degasperi e nell’iniziativa di edificare la chiesa di San Giuseppe, progettata dal noto architetto arcense Camillo Zucchelli.
«Finalmente, a sette anni dalla morte, la città di Riva del Garda rende un meritato tributo a don Giorgio Degara -ha detto in apertura il sindaco- che per il rione Degasperi fu una figura di enorme importanza, capace di trasformare un nuovo insediamento di persone dalle più diverse provenienze, in una comunità unita e coesa. Una persona infaticabile e generosa che è rimasta nel cuore di tanti. Il luogo dove si trova il giardino che ora porta il suo nome è quello giusto: vicinissimo alla chiesa di San Giuseppe, nata dalla sua volontà e dalla sua dedizione, e nel cuore di un insediamento popolare, cioè in mezzo alla gente semplice che tanto amava e alla quale ha dedicato parte della sua vita».
Quindi lo scoprimento della targa e la benedizione, impartita dal parroco don Dario, hanno concluso la cerimonia.