IL CONSIGLIERE DELLA LEGA GRAZIOLI SI OPPONE ALLA ASSEGNAZIONE DELLA PISCINA AD A.P.M.

Redazione07/08/20183min
Progetto per una piscina sovracomunale

In sei corpose pagine datate sabato 28 luglio, il consigliere Comunale di Riva del Garda della Lega Luca Grazioli ha presentato opposizione alla delibera n°156 che assegna la gestione della piscina Enrico Meroni ad società Alto Garda Parcheggi e Mobilità. La prima constatazione che il consigliere menziona nel suo documento è il Decreto Legislativo 50/2016 che tratta del Codice dei contratti pubblici. In esso, e specificamente all’articolo 5, si dice che per assegnare una qualsiasi gestione con le modalità in house (come è stato fatto per la piscina in questione) “almeno l’80% delle attività della persona giuridica controllata sia effettuata nello svolgimento dei compiti ad essa affidati dall’amministrazione aggiudicatrice controllante”.
Si chiede poi Grazioli se la “missione speciale” che l’articolo 106 del Trattamento sul funzionamento dell’Unione Europea, il quale prevede l’affido diretto solo quando questa missione speciale sia un ostacolo alla concorrenza. Forse il Comune, scrive Grazioli, desidera fare corsi di nuoto e vendere spazi acqua al posto della scuola di nuoto della Federazione Nuoto? Visto che il contratto di servizio prevede che APM svolga sia attività didattiche sia sportive, APM è forse più “titolata” della Federazione nuoto in questo campo?
Grazioli affonda il colpo sull’affido con la modalità “in house”: “Si ha tale gestione – scrive il Consigliere – allorché le pubbliche amministrazioni realizzano le attività di loro competenza attraverso propri organismi, senza ricorrere al mercato al fine di procurarsi con appalti i lavori, servizi e forniture occorrenti o per erogare alla collettività le prestazioni di servizio pubblico affidandole a Terzi” specificando che sul piano giuridico l’aspetto è stato affrontato e condiviso dal Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa di Trento che ha emesso una sentenza, la nr° 368/1996.
Grazioli definisce l’affido ad APM una soluzione “farraginosa” con costi che aumenteranno per la collettività e i cittadini, laddove non si capisce il ruolo dell’assessorato allo Sport comunale che dovrà assegnare gli spazi acqua, decisione che non sarà priva di contenziosi. Riassume, Grazioli, anche il regolamento sulla gestione e l’utilizzo della piscina (delibera 139 del 10/1994) e dopo altre considerazioni chiude opponendosi alla Delibera esprimendo forti dubbi che APM riesca ad arrivare in proprio all’80% del fatturato prodotto dalla gestione della piscina oltre ad altre numerose mancanze riscontrate in tutta la vicenda.
Per questo Grazioli chiede la revoca della Delibera, oltre a specificare in chiusura che, a parer suo e visti gli atti e le procedure, si è in presenza di motivazioni non ammissibili e omissione di aspetti importanti che in sede di discussione in consiglio comunale potevano modificare l’aspetto della votazione.