Firma falsa? Rinviata a giudizio la vicesindaca di Riva

Redazione12/05/20222min
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La vicesindaca di Riva del Garda Silvia Betta è stata rinviata a Giudizio per “falso in atto pubblico” in merito alla vicenda della firma di una candidata che faceva parte della coalizione del polo civico territoriale e autonomista alle ultime amministrative comunali del 2020, quelle che hanno scelto l’attuale guida comunale di Riva del Garda del sindaco Cristina Santi.
Alla vigilia delle elezioni comunali del settembre 2020 partì la denuncia di una candidata della lista «La Riva» la quale affermava di aver fornito il documento di riconoscimento per l’inserimento nelle liste elettorali dopo l’autenticazione della firma da parte di Silvia Betta, consigliere comunale che in quel frangente rivestiva la carica di «pubblico ufficiale». L’esponente del Patt avrebbe dovuto verificare l’autenticità della firma mentre, secondo la denuncia, non avrebbe fatto.
Il tutto è ora nelle mani del Gup, il quale dovrà decidere il rinvio a giudizio e, di conseguenza, l’eventuale processo a carico dell’attuale numero due di Palazzo Pretorio, per i fatti contestati. I legali della vicesindaca Betta, Emanuela Ceschini e Antonino Gullo, hanno già presentato ricorso in Cassazione, dopo che a metà febbraio il giudice Consuelo Pasquali aveva respinto la richiesta d’archiviazione presentata dalla Procura la quale aveva accolto l’opposizione della parte lesa.
Una vicenda sulla quale esiste già una condanna a quattro mesi (sospesa) a carico di Davide Delaini, il quale aveva raccolto le candidature della lista.
Le giustificazioni addotte dalla parte lesa, dunque, hanno convinto il Giudice per le indagini preliminari Pasquali a chiedere il rinvio a giudizio di Silvia Betta che prossimamente dovrà comparire dinanzi al giudice per le udienze preliminari Mariateresa Dieni, chiamata a decidere su eventuali patteggiamenti, condanne con rito abbreviato o l’assoluzione.
La sindaca Cristina Santi ha espresso la sua solidarietà alla sua vice Betta, affermando in Consiglio Comunale che le eventuali responsabilità sono ancora tutte da appurare e che il suo ruolo non è assolutamente in discussione.

 


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