Fermate del bus, le consigliere Fiorio e Parisi chiedono un piano per lo sbarrieramento
Se si punta davvero a rendere concorrenziale il servizio di trasporto pubblico, è necessario mettere in campo strategie ed opere che permettano a quante più persone possibile di utilizzarlo. Ecco perché le due rappresentanti della coalizione ambientalista del consiglio comunale di Arco, Arianna Fiorio e Chiara Parisi, hanno presentato una mozione con cui puntano a sensibilizzare l’amministrazione sul tema e a stimolarla ad attuare i primi, concreti interventi al riguardo: la loro attenzione si è concentrata specificamente sulla necessità di provvedere quanto prima allo sbarrieramento del maggior numero di fermate possibili. La fotografia che le due consigliere hanno fatto del servizio attualmente attivo è impietosa: sul territorio arcense infatti la mobilità pubblica avviene tramite le linee 1 e 2, che risultano solo in parte accessibili alle persone disabili sia in termini di adeguatezza dei mezzi che per la presenza di fermate; tramite la linea 3, priva di fermate idonee all’accesso al servizio dei disabili; con il servizio extraurbano, il quale, oltre alle limitazioni in termini di mezzi e di obbligo di prenotazione, sconta anche l’assenza di fermate adeguate (l’unica abilitata al trasporto è la stazione delle corriere). Per questo le due firmatarie della mozione hanno chiesto a giunta e sindaco di impegnarsi a realizzare almeno due fermate per il servizio extraurbano accessibili ai portatori di disabilità, una in via della Cinta e una a Bolognano; ad aumentare le fermate del servizio urbano accessibili a chiunque, carrozzine elettriche comprese, almeno in zone nevralgiche come San Giorgio, Romarzollo, Eremo e ospedale; ad adeguare le fermate della linea 3 a queste inderogabili necessità; ad elaborare un piano di ristrutturazione in base al quale prevedere lo sbarrieramento di due o tre fermate l’anno fino al completamento dell’opera. Le due consigliere concludono sostenendo che «il grado di civiltà e di modernità di un Paese è misurabile anche dalla qualità della viabilità pedonale e dall’efficienza dei suoi sistemi di trasporto, e in particolare dalla cura del trasporto pubblico che, in quanto tale, dovrebbe essere garantito a tutti gli utenti, a maggior ragione a coloro che hanno maggiori difficoltà».