EDILIZIA ABITATIVA, È PIENA EMERGENZA
Sempre meno appartamenti, sempre più richiedenti. La domanda supera l’offerta e allora è tempo che ci si metta d’impegno nell’organizzare un Tavolo comune al fine di trovare la o le soluzioni a chi cerca casa e non può permettersi di pagare affitti elevati. I Comuni, i Servizi sociali, le Aziende sanitarie, le Cooperative dovrebbero riunirsi periodicamente al fine di gestire una situazione che nell’Alto Garda vede oltre cinquecento domande d’appartamenti. Patrizia Angeli è l’assessore di riferimento della Comunità di Valle cui l’idea piace, ossia riunire tutti gli enti preposti attorno ad un tavolo comune per affrontare l’emergenza. Cosa che vede in prima fila il sindaco di Nago Torbole Gianni Morandi, competente in Comunità di Valle per l’edilizia abitativa pubblica affiancato da Caritas Arco, Comune di Arco e Cooperativa sociale Arcobaleno. Una sorta di “patto di solidarietà” tra Enti pubblici e privati impegnati nel sociale, ma anche di qualche Ente che abbia pure un fine economico se ciò servisse a dare risposte alle tante emergenze di zona. Nuclei familiari che non possono pagare, che vivono ai limiti della povertà, che non godono di contributi per l’affitto ma che a fine mese non arrivano per diverse concause. A fronte di queste cinquecento domande l’edilizia pubblica sarà in grado di assegnare solamente una ventina d’appartamenti, dunque il problema è serio e grave e va affrontato con urgenza. I dati forniti da Marco Trenti, funzionario della Comunità di Valle sono “allarmanti”: venti appartamenti lasciati liberi dagli inquilini a fronte di cinquecento domande, contributi erogati per il canone d’affitto per oltre cinquantamila euro per oltre seicento domande, con l’80% di queste che sono anche di nuclei che hanno chiesto un appartamento e i contributi che, per luglio e agosto scorsi ancora da erogare per problemi legati alle verifiche incrociate con quanti hanno chiesto il Reddito di cittadinanza. Insomma, un problema molto serio che va affrontato anche in funzione di quanti, magari di una certa età, non hanno più un lavoro che gli permetta di vivere degnamente.