Ciclovia del Garda: “Non si tocchi l’eremo di San Erculiano in riva al lago”

Redazione17/04/20244min
L'approdo dell'eremita sul Garda



 

“Nel lontano 1976 lo storico rivano Riccardo Pinter aveva segnalato la presenza nei pressi della località Ponale di un antico eremo lacustre in grotta, un riparo che era rimasto sepolto dal materiale di risulta scaricato nel lago durante vari interventi alla Statale Gardesana Occidentale. La grotta potrebbe conservare tuttora un affresco parietale che rischia, con i lavori della Ciclovia del Garda, di essere perduto per sempre”.
Questa, in sintesi, la segnalazione che l’associazione culturale “Riccardo Pinter” ha inviato alle Province di Trento, Brescia e Verona, alla Comunità del Garda e ai Comuni rivieraschi.
“Come documenta Gabriele Ghirotti – scrive il responsabile della Associazione Graziano Riccadonna – l’eremo aveva sede in un piccolo antro naturale inaccessibile da terra, a pochi metri dall’acqua e sotto le pareti strapiombanti sul lago del monte Sperone. L’apertura rivolta a mattina offriva la necessaria protezione ai venti, serrata da una piccola parete che assieme ad un focolare offrivano l’essenziale possibilità alla vita del religioso che vi abitava, un piccolo giaciglio sembra potesse essere ricavato da una sporgenza rocciosa. Nel covelo era visibile un affresco con tre figure di santi, realizzato da un valente artista presumibilmente tra la fine del 1300 e gli inizi del 1400, forse addirittura da Giacomo da Riva. Il sito doveva servire da luogo di culto per la vicina comunità che abitava stabilmente il porto di Ponale, all’eremita il cui stato religioso imponeva meriti di aiuto al vicino porto e di soccorso ai naviganti in caso di necessità e pericolo, un piccolo approdo consentiva gli spostamenti per mezzo di una barca”.
Alla fine degli anni 80, con una pregevole ricerca relativa alle chiese del territorio, Mario Matteotti torna a parlare dell’eremo e riferisce che i vecchi barcaioli chiamavano questo posto “il bus dell’eremita” o anche “all’eremita”, riguardo all’affresco aggiunge che tra i colori il rosso e l’ocra predominavano.
Gli archivi sono avari in merito, ma nel racconto di Marin Sanudo del 1483 “L’itinerario per la terraferma veneta” se ne individua però una traccia quasi inequivocabile. Descrivendo il proprio
percorso che procede verso Riva “si vede Tignale, Tremosine, Limone, Ponale, dove a la fin è uno buso in uno asperissimo e piccollo con una portella di piere cote, nel qual l’heremita San Herculiano, refudando li doni dil mondo, habandonando Brexa, ivi si vixe e mori.”
Secondo la tradizione San Erculiano, vescovo di Brescia nella prima metà del VI sec., si ritirò a vita solitaria sul Garda. Alla sua morte le comunità religiose rivierasche affidarono le sue spoglie alla sorte di una barca spinta dai venti e dalle onde del lago. Il luogo d’approdo della imbarcazione sarebbe stato designato a custodirle. La barca approdò a Maderno, lì sono custodite e il culto sopravvive ancora”.
Per l’Associazione “Pinter” si tratta ora di salvaguardarne la storia e la memoria futura. “Non sappiamo se le proposte di intervento per la ciclovia, che si prospetta molto impattante, possano avere qualche tipo di interferenza con l’eremo di San Erculiano, ma di certo il luogo va preservato, ripulito dagli scarichi e studiato a fondo. Per riscoprire e restituire alle comunità dell’Alto Garda un luogo ed una storia affascinante sulle scogliere del Garda”.

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