Chiusura Orvea di Arco, la clientela: “Addio ad un pezzo di storia, dipendenti gentilissimi”
È ufficiale: domenica 2 febbraio è l’ultimo giorno di apertura del supermercato Orvea di via XXIV Maggio di Arco. Già fissato anche il periodo di svuotamento del negozio, che inizierà il 10 febbraio e durerà un mese, fino al 10 marzo. La proprietà infatti ha chiesto al Comune di Arco l’autorizzazione (rilasciata oggi, 31 gennaio dal dottor Luca Civettini, dirigente dell’area amministrativa e finanziaria del Comune di Arco) per poter occupare otto parcheggi a disco orario in via Galas per posizionare i grossi container per la raccolta di tutti gli arredi del supermercato, in quanto il negozio cambierà destinazione d’uso.
La chiusura di quello che fu il primo supermercato di Arco, che all’epoca si chiamava Ocra, come La Busa sta raccontando da giorni, ha provocato una cascata di reazioni in città. Sia a livello politico, ma soprattutto fra la clientela.
Mirella Zampiccoli, arcense di San Martino, fa da portavoce all’amarezza e tristezza di tutte quelle persone che per decenni hanno frequentato il supermercato. “Soprattutto per la gentilezza e la professionalità di tutto il personale – dice Mirella, insieme all’amica Cinzia – siamo profondamente amareggiate per la decisione di chiudere il supermercato perché rappresentava un valore aggiunto per tutta la comunità. Nel corso degli anni ci ha dato veramente un buon servizio, con un lato umano molto bello. I dipendenti erano sempre sorridenti, disponibili, professionali, ma soprattutto umani”.
Se la scelta di chiudere il supermercato è dettata da ferree regole commerciali, ora emerge e si fa strada il lato umano e l’aspetto sociale di questa decisione imprenditoriale. “Mancherà la ricchezza del rapporto umano, che non trovi sicuramente in negozi più grandi, viene a mancare un punto di riferimento per la nostra comunità – dice ancora Mirella – sparisce una parte di storia di Arco, così, dall’oggi al domani, senza alcun preavviso”.
Oggi emerge, con allarmante evidenza, l’importanza dei “negozi di prossimità”. Ad Arco ormai i cosiddetti “negozietti” di rione si contano sulle dita di una mano. In centro resiste il negozio di alimentari Trenti, “bravissimi perché se serve ti portano la spesa a casa”, e il negozio di Giovanni a Varignano. Nel tempo però abbiamo assistito alla chiusura dei negozi di San Martino e San Giorgio. “Queste piccole realtà per vivere devono aiutate dall’ente pubblico, per poter sopravvivere alle grandi catene, sono davvero importanti per le famiglie, per la spesa della giornata”, continua Mirella.
“Questa società sta impazzendo, è sempre più frenetica – conclude Cinzia – è sempre più veloce, anche al supermercato hanno creato un’area per chi fa gli acquisti online. Non esiste più il rapporto umano, non ci si saluta quasi più. Ci stiamo rovinando con le nostre mani. Forse noi siamo cresciuti in altri contesti, abituati al rapporto interpersonale. Al sorriso, alle gentilezze. Invece oggi va tutto troppo veloce. Sul telefono cellulare trovi tutte le risposte, con le App che ti fanno arrivare a casa anche l’impossibile. Che tristezza”.