Cartiere a rilento e spese sempre più alte per i lavoratori
La crisi c’è e si vede. E non è solo “palpabile” in ambiente turistico, dove il Garda trentino ha, da sempre, fatto anno dopo anno il “boom” ed ora si parla di un venti percento in meno rispetto al 2022, ma anche in ambito industriale. Parliamo di Cartiere del Garda e Cartiere Fedrigoni, dove la cassa integrazione turnaria è già stata annunciata da tempo. Se nel 2022, l’anno della ripresa economica post pandemia, le due cartiere del Garda trentino, quelle che assieme danno lavoro a circa novecento dipendenti avevano registrato cifre da record, oggi siamo davanti ad un corposo calo delle commesse. Calo che, ovviamente, si ripercuote sui lavoratori. Inflazione, rialzo dei tassi, la regressione che sta colpendo la Germania, una delle due “locomotive” dell’Europa (l’altra è la Francia) sono sicuramente le “cause” che hanno portato a tutto questo, rialzo dei mutui compresi. Se fino a due/tre anni fa chi aveva contratto un mutuo per fare casa e pagava dai 500 ai 700 Euro al mese, oggi si ritrova con una quota mensile superiore anche ai mille euro.
Le cartiere trentine hanno prodotto un notevole sforzo per evitare disagi ma il ricorso alla Cassa integrazione è necessario. Per ora il lavoro si fermerà per una settimana a luglio e poi ad agosto, tra ferie e chiusura estiva, si cercherà di limitare il ricorso alla Cassa.
Una situazione che oggi è sincera preoccupazione dei sindacati dei lavoratori, che solamente sei mesi dopo lo sforzo loro richiesto per far fronte alla domanda di mercato, oggi si ritrovano con le mani in tasca. Vuote, in molti casi. Una mazzata che non produrrà nulla di buono, questo è certo, con molti in difficoltà nel pagare mutui e spese.