Carne Salada IGP del Trentino, l’APT Garda Dolomiti protesta: “Così diventerà di tutti”

Redazione03/10/20256min
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Mentre nel pomeriggio di giovedì 2 ottobre la Provincia Autonoma di Trento celebrava l’ingresso della Carne salada del Trentino nel registro europeo delle Indicazioni Geografiche Protette (IGP), con le dichiarazioni trionfali dell’assessore Giulia Zanotelli sul “rafforzamento dell’economia e dell’identità del Trentino nella sua interezza”, dall’Alto Garda arrivano toni decisamente meno entusiastici.
L’APT Garda Dolomiti S.p.A. ha diffuso oggi un comunicato che, pur riconoscendo l’importanza del traguardo, denuncia con forza una scelta che rischia di svuotare la tradizione della carne salada del suo valore autentico. Non una polemica sterile, ma la presa di posizione di un territorio che si sente espropriato della sua storia gastronomica.

 

La Carne salada del Trentino (e dell’Alto Garda) entra nel registro europeo Igp

 

 

Il comunicato APT Garda Dolomiti
L’inserimento della “Carne Salada del Trentino” nel registro europeo delle Indicazioni Geografiche Protette (IGP) – scrive l’APT in un comunicato – ha concluso il suo iter ieri, 2 ottobre, con l’avvenuta registrazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea che ne sancisce il riconoscimento comunitario, diventando la 895° IGP italiana.
Sul tema, Garda Dolomiti Azienda per il Turismo S.p.A. ha espresso soddisfazione e preoccupazione allo stesso tempo, ritenendo che la disposizione non riconosca adeguatamente la storia e la tradizione del territorio dell’Alto Garda e della Valle di Ledro, dove la carne salada affonda le sue radici ed è in larga parte prodotta e promossa.
La denominazione “Carne Salada del Trentino” rischia infatti di ridurre la rappresentatività delle aree storiche e, per la sua formulazione, di aprire la strada a future IGP o utilizzi al di fuori del territorio, in contrasto con la tradizione.
“Accogliamo positivamente l’IGP come strumento di tutela ma il nome scelto è sbagliato – ha spiegato il Presidente di Garda Dolomiti Azienda per il Turismo S.p.A. Silvio Rigatti – Chiediamo che si rispetti la tradizione e la denominazione che si fonda nei luoghi d’origine dell’Alto Garda e della Valle di Ledro. La denominazione ‘Carne Salada del Trentino’, nella formulazione attuale, non valorizza e non considera un’eccellenza identitaria, e rischia di dare spazio a produzioni e IGP fuori dai confini provinciali. Come territorio ci siamo battuti negli anni, in Italia e in Europa, per tutelare la denominazione originaria ‘carne salada’, proprio per impedirne un uso improprio, e già oggi esistono realtà che utilizzano questo nome. Per noi e per i trentini il nome è semplicemente ‘carne salada’, non ‘carne salada del Trentino’: per questo riteniamo poco lungimirante aver intrapreso un percorso così complesso per arrivare a una dicitura che nessuno verosimilmente ci avrebbe conteso. Bisognava crederci fino in fondo e fare ogni sforzo per provare a blindare il nome nella sua forma autentica: ‘carne salada IGP’; altrimenti, si apre la strada, per esempio, a denominazioni come ‘carne salada della Valtellina’ o di altre località, con un effetto di ulteriore disallineamento rispetto alle nostre radici storiche,” ha proseguito il Presidente Rigatti.
La carne salada, la prima a fregiarsi nel 2015 della “De.Co. – Denominazione di Origine Comunale” è infatti piatto simbolo della cucina altogardesana e ledrense, con ricette e sapori tramandati da generazioni. Questo patrimonio gastronomico è stato negli anni consolidato dall’APT attraverso rassegne, menù tematici e progetti dedicati, fino alle iniziative più recenti con il Mese del Gusto.

L’entusiasmo della Provincia
Ben diverso il tono della nota provinciale di ieri. La Giunta ha infatti salutato l’iscrizione europea come un “riconoscimento destinato a rafforzare l’economia e l’identità del Trentino nella sua interezza”, esaltando il lavoro del Consorzio produttori trentini di salumi che ha promosso il percorso a Bruxelles. L’accento è stato posto sui benefici per il consumatore, sulla tutela dai falsi e sulla maggiore visibilità sui mercati.
Una visione che, letta dal Garda, sa di uniformità imposta dall’alto, sacrificando l’identità locale sull’altare della “brandizzazione territoriale” a misura di Trentino intero.

Tradizione vs. Omologazione
Il nodo della questione è chiaro: la Carne Salada nasce a Riva, Arco, Ledro. È qui che si è tramandata di generazione in generazione, ben prima che diventasse marchio di promozione. Parlare oggi di “Carne salada del Trentino” significa, per molti altogardesani, diluire l’essenza di un piatto che non è solo gastronomia ma memoria collettiva.
Il rischio, come avverte Rigatti, è di aprire la porta a versioni “da catalogo”, magari prodotte altrove e vendute con un marchio che promette autenticità ma che rischia di svuotarla.