BAGOZZI E FERRARI LEGNAMI PRONTI AL DIALOGO CON IL COMUNE DI ARCO

Claudio Chiarani20/02/20193min
AREA FERRARI BAGOZZI 2

La vicenda legata all’area ex Ferrari Legnami ad Arco è, ahimè, anch’essa ben nota. La causa è pendente in Tribunale a Rovereto, c’è un rinvio in atto e le due ditte hanno dato incarico ai propri legali di cercare (e trovare, se possibile) un accordo con l’amministrazione arcense a seguito della mancata prelazione. Si trovasse un accordo finirebbe il tutto, dunque, ma se accordo dovrà esserci è chiaro che dovrà dare equa soddisfazione alle parti in causa. All’incontro fissato per il 26 febbraio prossimo si troveranno di fronte i rispettivi legali (l’udienza in Tribunale è stata spostata su richiesta al 20 marzo proprio per cercare una soluzione alternativa) in Municipio ad Arco. “Ascolteremo perché ascoltare è doveroso – ha detto il sindaco Betta – e il bene della comunità viene per primo. Poi non mi sbilancio, ma si sappia che l’amministrazione comunale ritiene che il mancato acquisto di quell’area è un problema”. In breve: nel 2013 il Comune acquisisce con un accordo pubblico-privato l’area dove attualmente trova sede il magazzino comunale. Firmatari l’ex sindaco Mattei con la giunta in toto (Betta ne faceva parte in qualità di vicesindaco). Lì, al momento della stipula si stabilì il diritto di prelazione a favore del Comune di Arco sul rimanente capannone Ferrari Legnami. La proprietà, qualora avesse preso la decisione di venderlo doveva interpellare per prima l’amministrazione comunale di Arco. Ferrari Legnami ha sì venduto l’area ex Vetrogarda, anche questa di sua proprietà alla ditta Bagozzi, ma su quell’area secondo l’ex proprietà non esisteva il diritto di prelazione e che lo stesso, a precisa richiesta, non fu esercitato dal Comune. Insomma, una vicenda intricata che ora si cercherà di dipanare tra le parti prima di arrivare all’udienza in Tribunale. La ditta Bagozzi stessa, inoltre e secondo le ragioni esposte anche più volte a mezzo stampa, aveva chiesto al comune, al sindaco, vicesindaco e assessori se ci fosse interesse a esercitare la prelazione. Tutti, sempre secondo Bagozzi, avevano risposto “nessun interesse”. Poi lo “scontro” e le rispettive ragioni che, forse, troveranno presto soluzione.