Antenna 5G al campo Stivo di Arco? L’ex assessore Cattoi ricostruisce l’iter

Redazione02/08/20255min
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La notizia dell’ipotesi di installazione di un’antenna 5G nell’area sportiva utilizzata dalla società Stivo, ad Arco, ha innescato un acceso dibattito tra cittadini, comitati e amministratori. Sospetti, preoccupazioni e prese di posizione si sono moltiplicati, spesso sovrapponendo piani diversi – salute pubblica, paesaggio, impatto sociale – in un clima di crescente tensione. In questo contesto è intervenuto pubblicamente Nicola Cattoi, ingegnere civile e ambientale, ex assessore della giunta Betta con delega proprio in materia di urbanistica, offrendo una ricostruzione dettagliata del percorso amministrativo che ha portato alla situazione attuale.

Un procedimento regolato da vincoli precisi
Secondo quanto ricostruito da Cattoi, il procedimento avviato dalla società proponente si è mosso nei binari previsti dalla normativa vigente, che assegna al Comune competenze limitate. L’amministrazione locale non può intervenire su questioni sanitarie, ma è chiamata a esprimersi sulla compatibilità urbanistica e paesaggistica dei siti individuati. Ogni parere espresso dall’ufficio tecnico, dunque, riguarda la coerenza dell’infrastruttura con il Piano comunale per le antenne – uno strumento urbanistico risalente a circa dieci anni fa che definisce le zone preferenziali per la collocazione di impianti di radiodiffusione.

La prima proposta della società riguardava un terreno privato in via Padre Saverio Torboli, in aperta campagna. L’area, pur distante da centri abitati, presentava criticità paesaggistiche e non rientrava tra le aree idonee previste dal piano. Il Comune ha quindi rigettato la richiesta.

 

 

La seconda opzione: il campo della Stivo
In seguito al diniego, la società ha rilanciato individuando – in accordo con quanto previsto dal piano – un nuovo possibile sito presso il campo sportivo della Stivo, in una zona già urbanizzata e, quindi, più compatibile sotto il profilo normativo. Il luogo, però, ha sollevato forti perplessità tra i residenti e le famiglie degli atleti, preoccupati per la presenza dell’impianto in prossimità di spazi frequentati da giovani e bambini.

Nel frattempo, come spiega Cattoi, è stato effettuato un sopralluogo con i tecnici dell’azienda, rappresentanti della società sportiva e funzionari provinciali. L’amministrazione comunale uscente, poco prima della conclusione del mandato, ha espresso un secondo parere negativo sulla localizzazione proposta, pur lasciando aperta la porta a una possibile collocazione alternativa più defilata, sempre all’interno dell’area sportiva ma meno impattante visivamente.

In parallelo, si stava valutando la possibilità di destinare il canone di affitto dell’area direttamente alla società sportiva, come forma di compensazione per l’eventuale presenza dell’infrastruttura. Tuttavia, il cambio di amministrazione ha interrotto il dialogo con la Stivo prima che potessero essere esplorate soluzioni condivise.

Tra responsabilità e cautela: un’eredità delicata
Il quadro che emerge è quello di una vicenda ancora aperta, in cui la procedura amministrativa si è finora mossa con cautela, cercando un equilibrio tra interesse pubblico e tutela del territorio. Cattoi invita oggi a non alimentare allarmismi, ricordando come il Comune non possa impedire del tutto l’installazione di un’antenna – considerata infrastruttura strategica per lo sviluppo del territorio – ma possa orientarne la collocazione con buon senso e strumenti urbanistici adeguati.

Il precedente di un altro impianto previsto in una zona sportiva, poi evitato grazie al dialogo tra enti e cittadini, dimostra che una soluzione alternativa è possibile, se si mantengono toni costruttivi e volontà di confronto.

La posta in gioco: oltre la polemica, il metodo
Quella dell’antenna 5G alla Stivo è una questione che intreccia tecnica e sensibilità collettiva, urbanistica e percezioni sociali, norme e fiducia istituzionale. La trasparenza amministrativa e la partecipazione delle realtà coinvolte – dalla società sportiva ai residenti, passando per i tecnici e la Provincia – appaiono elementi centrali per sciogliere i nodi e giungere a una decisione ponderata.

L’auspicio, oggi, è che la nuova giunta comunale, guidata dalla sindaca Arianna Fiorio, raccolga l’eredità del confronto avviato, rilanciando un dialogo attento e documentato. L’obiettivo non può essere solo quello di trovare un sito alternativo, ma anche di ristabilire un clima di fiducia tra cittadinanza e istituzioni, nell’interesse collettivo di una comunità che – come Arco – è sempre più chiamata a fare i conti con sfide complesse, dove tecnologia e territorio si incontrano (e spesso si scontrano). (n.f.)