Crisi da coronavirus, anche i lavoratori stagionali soffrono

Stagista24/03/20213min
cameriere hotel


È da settembre che cinquemila lavoratori e lavoratrici stagionali hanno smesso di lavorare e anche per questa Pasqua, che in genere determina l’inizio della nuova stagione turistica, non torneranno alla loro abituale occupazione. Inoltre hanno già esaurito i mesi in cui potevano percepire l’indennità di disoccupazione (allungata di un mese dal “Fondo solidarietà del Trentino”). E dato che non è raro vedere moglie e marito fare la stagione, ci sono intere famiglie senza reddito. L’anno scorso a questi lavoratori sono arrivati due contributi, uno di 600 euro (poi portato a mille) e un altro di mille euro, inoltre a partire da aprile dovrebbero arrivare nuovi aiuti dal decreto Sostegni (2.400 euro complessivi) e dalla Provincia, per assegno unico, che andranno dai 150 ai 900 euro mensili. Paola Bassetti, della Filcams Cgil, ha affermato che questi sono lavoratori che da un anno non sono occupati e sono rimasti completamente senza ammortizzatori. Ha anche spiegato che in un anno normale un lavoratore stagionale comincia a lavorare a marzo e finisce a settembre-ottobre ma che su sette-otto mesi di lavoro ne matura la metà di disoccupazione e così arriva alla stagione successiva. Nel 2020 invece la stagione è partita solo a giugno, i mesi di disoccupazione maturati sono pochi e ora gli ammortizzatori sociali sono finiti. Inoltre le assunzioni in Alto Garda e Ledro nei pubblici esercizi e nel turismo sono diminuite già nel marzo 2020 di 805 unità, ad aprile di 1.751 e a maggio di 247. Poi c’è stata un po’ di ripresa nei mesi estivi, per tornare a calare di 401 unità a novembre e di 647 unità a dicembre. Nel complesso il settore terziario ha perso in un anno 3.191 posti di lavoro e ormai tutti i 5.000 stagionali sono fermi. L’Ente bilaterale ha stanziato un contributo di solidarietà, oltre alle attività di formazione che proseguono insieme all’Agenzia del lavoro. Sul mese in più di Naspi, Francesca Delai della Filcams precisa che non è automatico, ma che lo devono attivare i datori di lavoro. In più l’unico tipo di contratto lavorativo cresciuto nel 2020 è il quello a chiamata: in Alto Garda ne sono stati attivati 2.224, il 14% in più dell’anno prima. E prossimamente è previsto un forte ricorso a questo tipo di contratto nel turismo.
Alternanza scuola-lavoro Liceo “A.Maffei” Attilio De Gaspari

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