Acqua pubblica: canoni riformati con la componente ambientale
Adottata dalla Giunta provinciale la riforma dei canoni per le utenze di acqua pubblica, predisposta dal Dipartimento Territorio, ambiente, energia e cooperazione, con il supporto dell’Agenzia provinciale per le risorse idriche e l’energia. Adottata in applicazione del principio del recupero dei costi ambientali (in base a quanto previsto dall’art. 9 della Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE), la riforma prevede l’applicazione della componente ambientale al canone demaniale. Uno degli obiettivi è quindi riconoscere in maniera concreta il valore dell’acqua, risorsa sempre più preziosa ma non infinita, ed aumentare la consapevolezza degli utilizzatori in un’ottica di una gestione sempre più sostenibile ed efficiente delle risorse idriche.
A partire dal 2023 le maggiori entrate per la Provincia di Trento sono state stimate pari a circa 388 mila Euro.
L’applicazione della Direttiva Quadro Acque (DQA), che esplicita i principi europei del recupero dei costi ambientali, del “chi inquina paga” e della massima efficienza nell’utilizzo della risorsa idrica, comporta anche un’adeguata politica dei prezzi, alla quale deve concorrere il canone di concessione. Il canone costituisce infatti una delle leve finanziarie per il recupero (anche se parziale) dei costi delle misure che anche la Provincia autonoma di Trento sostiene per assicurare un buono stato di qualità dei corpi idrici.
L’attuale riforma dei canoni delle utenze di acqua pubblica è stata predisposta con il supporto scientifico del Dipartimento di Economia e Management dell’Università degli Studi di Trento.
Nel concreto si è previsto di aggiungere al canone demaniale delle concessioni d’acqua pubblica, escluse le grandi concessioni idroelettriche che sono disciplinate da specifica normativa, la componente ambientale, così da recuperare almeno in parte i “costi ambientali”, ovvero i costi che sostiene e sosterrà la Provincia per la realizzazione delle misure riportate nei Piani di gestione delle acque distrettuali e nel Piano di Tutela delle Acque da poco approvato, per il mantenimento ed il raggiungimento degli obiettivi di qualità della DQA. La quota parte di recupero del costo delle misure a riforma completamente attuata sarà prossimo a 500.000 Euro (tendente al 5% dei costi annuali complessivi delle misure ambientali), ritenuta sostenibile per il sistema socio economico.
Per il settore agricolo inoltre, di concerto con Dipartimento Agricoltura , si è ritenuto di ridurre la componente ambientale del canone operando una riduzione pari al 25%, in considerazione dei benefici ambientali, le cosiddette esternalità positive che l’agricoltura esercita sull’ambiente.