Sant’Abbondio, rievocato l’anno della Peste a Dro
Più di una semplice rievocazione storica, quella del Voto di S. Abbondio o dei Dodici sabati, che ogni anno viene celebrata dal Comune di Dro in ricordo dell’anno 1630, anno tristemente celebre per lo scoppio di un’ondate di peste che da Milano si espanse nel mantovano e poi in tutto il Trentino lasciando indenni le comunità di Dro e Ceniga grazie alla realizzazione di un cordone sanitario, sorvegliato da guardie, con il quale si riuscì ad evitare il contagio fra le loro genti. Da quell’esperienza, così vicina alla pandemia da Covid-19 che stiamo vivendo, Dro e Ceniga fecero un voto a S.Abbondio che dal 1632 divenne obbligatorio sia per l’autorità civile che per quella ecclesiastica. Proprio la rievocazione di quel voto è stata suggellata domenica 30 maggio con l’apposizione delle tre canoniche firme, quella del Sindaco Claudio Mimiola in rappresentanza del Comune, quella del parroco Don Stefano Anzelini in rappresentanza dell’autorità ecclesiastica e quella di Donna Fior (interpretata da Lucia Michelotti presidente del Circolo Culturale Amici dell’Oratorio), nobildonna droata realmente esistita, in rappresentanza dei cittadini.
«È una rievocazione quanto mai attuale – ha spiegato il primo cittadino Claudio Mimiola – Ci ha ricordato che la peste del 1600, come oggi lo è il Covid, non riguarda solo il dolore per le vittime e per la malattia, ma anche tutte quelle grandi difficoltà sociali che insorgono quando c’è in corso una pandemia. La firma che rievochiamo ha un forte valore simbolico perché racchiude l’essenza delle nostre comunità di Ceniga, Dro e Pietramurata. Oggi come nel 1600 Comune, parrocchia e cittadini devono unirsi per aiutare chi ha più bisogno».