Stazione di Riva del Garda, per lo spostamento tutto tace
La questione della stazione delle autocorriere di Riva del Garda, oggi ubicata in viale Trento, è sul tavolo dell’Amministrazione comunale da tempo. Per la precisione da ben 15 anni e nulla, almeno fino ad oggi, è stato fatto o provato per risolvere il problema delle emissioni inquinanti dei mezzi che trasportano gli scolari o i residenti verso le destinazioni previste dai collegamenti. Emissioni che, specialmente d’inverno, aumentano a causa della accensione dei motori con anticipo per essere riscaldati prima della partenza. Tempo durante il quale le polveri sottili emesse dai motori endotermici ammorbano l’aria e, di conseguenza, chi in zona ci abita. Il “Comitato autostazione” è, da allora, impegnato a sollevare la questione e mantenerla “viva” ma, sembra, nessuno dà loro ascolto. I protocolli d’intesa, la Provincia, Trentino Trasporti, il Comune e chi lo ha gestito fino ad oggi non sono riusciti a trovare un’alternativa, anche se tempo fa si pensava che un terreno sostitutivo dell’attuale si pensava potesse andar bene. Invece sotto c’erano i resti di un antico insediamento noto come “area S. Cassiano” e la cosa finì con dei teli di protezione dove, tra l’altro, d’estate e con l’acqua delle piogge che vi ristagna imperano colonie di zanzare. Il Comitato ha decisamente posto la questione all’attuale amministrazione guidata dalla sindaco Cristina Santi, portando documenti sulle polveri sottili cancerogene, l’aria inquinata, il rumore acustico al mattino presto, le necessarie manutenzioni degli automezzi, i lavaggi delle carrozzerie, le acque reflue di scarico, e molto altro. Insomma, lì la Stazione non va più bene, dunque si chiede di trovare una soluzione alternativa e di spostarla.