Porfido e inchiesta sulla ‘ndrangheta, trasferito il Presidente del Tribunale di Trento
Guglielmo Avolio, presidente del tribunale di Trento, sarà trasferito per decisione plenaria (21 a favore e tre astensioni) del Consiglio superiore della Magistratura. Il giudice Avolio è stato ritenuto “incompatibile ambientalmente” dal plenum del Consiglio per le sue condotte “plurime, volontarie, opache e inopportune” relativamente al caso sul gruppo Mezzacorona. Condotte che avrebbero “danneggiato” l’imparzialità del magistrato e che oggi pesano sulla condotta di un integerrimo uomo dello Stato che vanta una lunga carriera fino a questo momento. Un magistrato prossimo anche al pensionamento, ma sul quale pesano anche le indagini che il reparto dei Ros di Trento, Roma e Reggio Calabria stanno portando avanti con l’operazione “Perfido” che vede tra gli indagati anche Giulio Carini, noto imprenditore di origine calabrese ma arcense da molti anni. Per il magistrato Avolio si contesta la frequentazione con Carini che avrebbe, secondo il capo di accusa, contatti con la ‘ndrangheta calabrese. Accuse tutte da provare, che trovano Avolio, all’età di 69 anni, in difficoltà e a chiedere il prepensionamento e il trasferimento al fine di evitare un procedimento negativo, che getterebbe ombre sulla sua carriera che fino a pochi mesi fa è stata esemplare e priva di macchia. Il reato contestato è un’accusa grave: “mafia.” Per questo Antonino di Matteo, consigliere e già Sostituto Procuratore nazionale antimafia ha parlato di “tristezza e indignazione” riferendosi alla vicenda che vede coinvolto il sostituto procuratore di Trento Avolio. Insomma, un’indagine che è appena iniziata e per la quale si attendono ancora gli sviluppi e, soprattutto, le certezze di quanto finora emerso.