Nuove misure per il contenimento del cinghiale
Per contrastare i danni causati dai cinghiali alle coltivazioni e ad alcune componenti dell’ecosistema la Provincia ha adottato, ormai da diversi anni, una disciplina di controllo che punta a mettere in campo azioni più incisive rispetto alla normale pratica venatoria. La disciplina vigente si fonda sulla suddivisione del Trentino in due grandi aree, la cosiddetta zona a densità zero e quella classificata di contenimento. Nella prima il cinghiale è assente e, non appena compare, il personale di vigilanza del Corpo forestale trentino e quello dell’Associazione cacciatori, in qualità di Ente gestore della caccia, intervengono per contrastarne sul nascere l’insediamento. Nella seconda area, invece, i cacciatori abilitati al controllo hanno il compito di mantenere basso il livello di una popolazione ormai stanziale.
La disciplina è stata più volte modificata, sempre attraverso il confronto con l’Associazione cacciatori trentini, con l’obiettivo di renderla maggiormente efficace. Con una nuova delibera, proposta dall’assessore Giulia Zanotelli, la Giunta provinciale ha oggi modificato quella varata lo scorso anno che aveva già riordinato la materia in un’ottica di semplificazione delle procedure amministrative e, di conseguenza, di miglior efficienza, introducendo alcune novità che partono dalla consapevolezza della minaccia costituita dalla Peste Suina Africana (PSA).
La PSA è una grave malattia virale altamente contagiosa che colpisce cinghiali e maiali, attualmente diffusa in diversi Paesi dell’Europa dell’Est. Non è una malattia trasmissibile all’uomo, ma nelle aree dove arriva ha gravissime ripercussioni economiche sulla filiera suinicola. Per questo motivo esiste un piano nazionale di contenimento e di eliminazione radicale, che sostiene l’importanza del contenimento della densità dei cinghiali quale metodo di prevenzione. La disciplina del controllo vigente in Provincia, se correttamente applicata, si presta pertanto anche al perseguimento di questo obiettivo.
Tra le principali novità introdotte dalla nuova delibera vi è l’estensione del controllo ordinario a tutto l’arco dell’anno e quella di consentire l’utilizzo di dispositivi per la visione notturna. Il cinghiale, infatti, è specie con abitudini crepuscolari e l’attività di controllo serale e notturna potrà essere avvantaggiata dall’utilizzo di tali dispositivi. La nuova disciplina ha ricevuto il benestare sia dell’Osservatorio faunistico sia dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.